
Di male in peggio: Romano Prodi faceva il ciclista. Era grassottelle e un po' ridicolo. Fuori ruolo. Ma pedalava. Si impegnava. Prodi è fatto così: si impegna sempre. Sono i risultati che gli fanno difetto. Guardate ora: Francesco Rutelli è anche lui in bicicletta. La strada è pianeggiante, ma il candidato sindaco nonché ex sindaco di Roma ha il volto contratto dalla fatica. Probabilmente, dietro gli occhiali da sole, lo sguardo è deciso, la fronte imperlata di sudore. È in fuga, Rutelli. Ha staccato il gruppetto di una manciata di secondi.



Guardate bene: spinge sui pedali, tenta l'allungo decisivo. Laggiù in fondo, forse, il traguardo o solo lo striscione del Gran Premio della Montagna. Un ultimo sforzo. E la spaventosa fatica avrà termine, il ciclista allargherà le braccia in segno di vittoria, una ragazza bionda gli porgerà il trofeo. È lui il numero uno. Guardate meglio: l'uomo solo al comando è immobile. La sua bici è ferma sul cavalletto.







Questa è l'istantanea della presa per i fondelli degli elettori italiani. La prova provata che in tempo di campagna elettorale i politici non conviene ascoltarli. E neppure gardarli in foto. Vanno accuratamente evitati: loro, le loro promesse, i programmi che rimarranno sulla carta e pure le pose per i fotografi al seguito. In campagna elettorale i politici si trasformano: se prima avevano una discreta tendenza al bluff, ora bluffano in toto e pure in tuta. Rutelli, politico doc e ciclista immobile, non pare da meno.
La foto è stata scattata sabato, quando il candidato sindaco, occhiali da sole, scarpe tattiche, tuta da ginnastica col logo della Maratona di Roma, di buon mattino ha iniziato il suo minitour elettorale. Niente pullman alla Veltroni. Visto il traffico della Capitale, meglio la bici. Destinazione: il quartiere romano della Magliana. A fine corsa, Rutelli ha dichiarato: «Ho notato solo un po' di degrado».
La folla plaudente deve avergli impedito una vista a largo raggio. Oppure sarà stata colpa degli occhiali. Poco prima aveva raccontato di aver dato qualche consiglio atletico ai partecipanti al minitour. Possiamo anche immaginare quali consigli: se un fotografo vuol riprendervi, ricordatevi che il cavalletto giusto è quello della bicicletta, non quello della macchina fotografica. La foto se ne avvantaggerà. Sarà falsa come un politico, ma migliore. Importante è simulare bene. Rutelli ha simulato benissimo: tant'è vero che la foto è stata distribuita e solo in pochi si sono accorti del fermo immagine. Consiglio numero due: nel minitour, e nella vita politica, fate sempre finta di pedalare. Se è il caso, sbuffate anche un po'. Qualcuno potrebbe cascarci e pensare che state faticando sul serio. Numero tre: non c'è bisogno di essere Coppi per andare in bici e fare strada. Basta essere un buon attore. Se poi si è politici e attori, ancora meglio. La strada può anche portare in Campidoglio, Primo cittadino-di Roma. Numero quattro: non dite mai di aver fatto finta di pedalare. Se i giornalisti non se ne accorgeranno, gli elettori non sapranno e i voti non mancheranno.
Noi, però, ce ne siamo accorti. Sor Francesco, per favore, può risparmiarci in futuro altre imprese ciclistiche? Quel politico in cavalletto ci rattrista. E non solo per la brutta figura, che riguarda esclusivamente lei. Perché ci ricorda il Paese immobile anche per colpa di troppi politici che hanno finta di governare. Eviti.