di Aragorn il 18 mar 2008, 15:04
Via, non facciamo gli idioti, chiusi nel mondo piccolo del nostro cortile. C'è una tragedia che si consuma da anni in Cina e noi ci apprestiamo a buttarla sul gioco, con le prossime Olimpiadi.
C'è un genocidio culturale in Tibet, c'è una feroce guerra ai seguaci del Dalai Lama, con relativo sterminio di monaci e di popolazioni solidali, c'è una repressione dei dissidenti ancora in corso, ci sono fuorusciti dal tempo della . rivolta di Tienanmen ancora fuori dalla Cina, c'è il record mondiale delle condanne a morte. E noi anime belle d'Occidente andiamo alle Olimpiadi a Pechino?
E sbrighiamo la rivolta del Tibet e le sanguinose repressioni come affari loro, cose su cui non si può fare nulla e in definitiva di scarsa importanza per noi? Sarebbero importanti invece le battute sulle veline di Berlusconi, con relativo coro indignato, il saluto romano di Ciarrapico, le veltronate in pullman e i minuetti dei centottanta partitini che sì agitano per catturare l'attenzione? L'idiota è letteralmente colui che è chiuso nella vita domestica, nella sfera casereccia, privata. In questo, noi italiani siamo leader mondiali d'idiozia.
Ho letto l'insopportabile sessantottino settantenne André Glucksmann, un tempo contagiato dal maoismo, esortare a non boicottare le Olimpiadi nel nome del realismo. Lui che aveva esortato a boicottare le Olimpiadi a Mosca perché l'Urss aveva invaso l'Afghanistan.
E il Tibet, non vale un boicottaggio? Alcuni obiettano, tibetani inclusi, che le Olimpiadi accenderanno almeno i fari del mondo sulla Cina e dunque potranno essere una formidabile occasione per sollevare la questione.
Protestare serve Anche solo a spaventarli
Non sono d'accordo: meglio partire da una campagna sul boicottaggio che già rassegnarsi all'idea di far svolgere regolarmente i giochi a Pechino, di fatto accettando la situazione.
E chi dice che con questo criterio i giochi olimpici saranno sempre a rischio, e si fecero pure nella Berlino nazista e nella Mosca comunista, dice una sciocchezza: quando si assegnano le sedi olimpiche si escludano perlomeno i Paesi dove il rispetto della persona e dei diritti viene calpestata in modo così clamoroso, cronico e bestiale.
Vorrei farvi riflettere sul triplice paradosso della Cina.
Il primo, più evidente, smentisce la morte del comunismo nel mondo. La Cina è il Paese più popoloso del mondo e lì il comunismo vive e uccide ancora; del vecchio regime sanguinario ha conservato l'impronta liberticida pur convertendosi al mercato e dimostrando quanto sia falso il vecchio dogma liberista che mercato voglia dire automaticamente democrazia.
Lì ancora agisce l'ombra funesta di Mao e aver sniffato il capitalismo non li ha addolciti né resi liberali.
In secondo luogo, la Cina è la gigantografia del male americano denunciato in Occidente. Se la gente s'indigna per alcune decine di condanne a morte negli Stati Uniti, in Cina le condanne a morte sono nell'or-
dine di migliaia; se l'opinione pubblica è mobilitata contro l'America di Bush che inquina e non sottoscrive il protocollo di Kyoto, la Cina inquina in modo pazzesco e non ha alcuna regola di rispetto ambientale; se in Occidente c'è la piaga degli aborti, in Cina siamo all'incentivo pubblico ad abortire per ragioni demografiche e sociali; se l'Occidente si caratterizza per la fuga dalle proprie tradizioni, dal disprezzo per la propria cultura civile e religiosa, la Cina si spinge ancora oltre e sradica le proprie tradizioni, compie genocidi culturali, come denuncia il Dalai Lama, distrugge scientificamente, come ai tempi di Mao, ciò che resta del Grande Passato.
Se l'Occidente è accusato di cinismo per il suo capitalismo senza scrupoli, la sua ricerca del fatturato ad ogni costo, le scarse garanzie ai lavoratori e la mercificazione del pianeta, beh, la Cina è ancora più senza scrupoli in tutto questo, mercifica e usa il mercato come uno spregiudicato cavallo di Troia, a prezzi stracciati, come la dignità umana.
Qui ritrovo una curiosa analogia con molti maoisti di casa nostra, divenuti poi Guardie bianche del Capitale.
Il Paradiso rovesciato della Cina rossa e mercantile
La Cina mao-capitalista di oggi, liberista e repressiva, comunista e mercantile, è il loro paradiso rovesciato, dunque l'inferno, perché ha seguito la loro stessa evoluzione, dal sogno della rivoluzione culturale a quella della rivoluzione mercantile, dal comunismo al consumismo, ma alla cinese... È per questo, forse, che taluni da noi indugiano a dichiarare l'ostilità alla Cina liberticida, magari trincerandosi dietro lo share: ma come fai a metterti contro un miliardo e mezzo di persone?
Lo stesso alibi adottava la diplomazia occidentale davanti ai massacri della Rivoluzione culturale di Mao, compreso il nostro Andreotti. Sai, sono un miliardo di persone... E allora, si possono uccidere come mosche 40milioni di persone?
In proporzione, vi immaginate una rivoluzione culturale in Italia che stermina due milioni e più persone, in Usa dieci milioni e in Europa quindici milioni? Nella vicina India tutto questo non accade, eppure i problemi di sovrappopolazione, miseria e complessità sono gli stessi.
Comunismo alla capitalista, il peggior regime possibile
Coraggio, per una volta organizzate proteste contro la Cina, lanciate una campagna mondiale per il boicottaggio delle Olimpiadi, il numero non giustifica ogni cosa. La Cina è diventata la fogna del pianeta in cui si danno appuntamento il peggior comunismo con il peggior capitalismo.
E viceversa quei monaci cocciuti e serafici sono oggi il punto più luminoso della terra, più carico di passato e più gravido di domani. Lì la Tradizione non è la marca di una colomba pasquale.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»