Basta pochissimo per reiniziare col nucleare in Italia

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Basta pochissimo per reiniziare col nucleare in Italia

Messaggiodi Aragorn il 06 mar 2008, 15:38

Il caro petrolio è insostenibile per il nostro Paese e il nucleare sembra così essere tornato di moda nei programmi elettorali dei partiti. Per cercare di capire quali saranno le eventuali "ricadute economico-sociali" del moderno nucleare abbiamo parlato con Riccardo Casale, esperto di energia e ambiente e membro, tra l'altro, del CdA dell'ENEA.
Forse è davvero una svolta per il nucleare italiano?
È probabile. Pensi che per riavviare il sistema nucleare basterebbero meno di 100 milioni di euro all'anno per cinque anni. Una frazione di quello che stiamo spendendo per i rifiuti in Campania. La decisione spetta ai politici.
Come stanno le cose all'estero?
Anche se l'incidente di Chernobil provocò uno stop in tutto il mondo, oltre 440 centrali hanno continuato a funzionare, producendo energia pulita e ricchezza per chi le ha costruite e gestite. Da poco sono poi ripartiti molti programmi nucleari: la Cina sta fabbricando quattro nuove centrali su licenza Westinghouse (con una importante partecipazione Ansaldo), Finlandia, Romania, Bulgaria stanno realizzando moderni reattori, mentre in Germania si ripensa al piano di uscita dall'atomo.
Un netto cambio dì rotta. A cosa è dovuto secondo lei?
Le centrali hanno dimostrato, nei fatti, di essere sicure. Comparare Chernobil con le centrali occidentali è del tutto mondante. Ma, soprattutto, il maggior rischio è oggi rappresentato dagli impatti dei cambiamenti climatici. Per fare fronte al costante aumento della domanda di energia senza aumentare le emissioni di C02 il contributo nucleare è fondamentale. L'atomo ci accompagnerà nella transizione secolare verso le rinnovabili, l'idrogeno e probabilmente la fusione. Ma, prima di pensare a costruire le centrali, bisogna rimettere in piedi l'intero sistema.
Cosa comporta in definitiva un sistema nucleare in termine di tempi e di investimenti?
Un programma di questo tipo è per forza di lungo periodo, ma è vitale per il Paese. A patto però che esista un approccio politico condiviso. Come detto, servono circa 100 milioni di all'anno per cinque anni. Per prima cosa bisogna finalizzare la fase di decommissioning (i cui costi sono coperti da risorse già stanziate) del pregresso. Poi irrobustire le strutture dell'autorità di controllo e sostenere ì politecnici e le università, ancora depositari dell'immensa conoscenza italiana del settore. E per raggiungere questi obiettivi bastano pochi milioni di euro all'anno. Qualche decina di milioni sono da preventivare per rinforzare la ricerca pubblica e migliorare il trasferimento tecnologico.
Saremo così più competitivi sul mercato globale?
Certo. A fronte di un ricambio generazionale molto vicino vanno aumentati i laureati nel settore dagli attuali 120-130 all'anno (oggi richiestissimi sul mercato mondiale ed italiano) agli oltre 300. Questo permetterà il trasferimento delle competenze e la valorizzazione della nostra miglior risorsa: il capitale umano. Alcuni studi prevedono la costruzione di duecento nuovi reattori nei prossimi 15 anni. Ognuno vale circa 2 miliardi di euro. Il valore globale di queste commesse sarà intorno ai 400 miliardi, l'equivalente, più o meno, di 20 robuste manovre finanziarie. Investire nel sistema nucleare italiano vuol due rendere le aziende nazionali più competitive sul mercato globale e capaci di portare a casa una fetta più consistente di quella torta, con il 3-4% ci saremmo pagati 6-7 centrali. Si innescherebbe un circuito virtuoso che crea molti posti di lavoro ben remunerati e contribuisce ad abbassare il costo dell'energia per cittadini e aziende rendendola anche più sicura in termini ambientali e di approvvigionamento.
A quando allora una nuova centrale?
Difficile fare previsioni. Ipoteticamente la costruzione potrebbe partire 5/6 anni dopo l'avvio obbligatorio e propedeutico del percorso di sistema delineato. La politica e gli esperti dovranno decidere poi se puntare sulle centrali di generazione 3+, o attendere quelle di quarta generazione nel cui sviluppo proprio noi italiani stiamo ottenendo importanti risultati nella ricerca dei promettenti reattori al piombo.


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Re: Basta pochissimo per reiniziare col nucleare in Italia

Messaggiodi takion il 06 mar 2008, 15:56

30 anni or sono ti avrei detto di no, perché già si era in periodo boom di pannelli solari ed energie fotovoltaiche, e il fatto di mai aver aderito a tali innovazioni ha portato al rallentamento odierno con tutte le conseguenze. La popolazione avrebbe infatti scoperto eventuali bugs e trasmettendoli alle ditte si sarebbe potuto migliorare di parecchio; invece hanno voluto smentire, denigrare ed ora sono i primi a mettersi in primo piano con grandi offerte..! Beh lasciamo perdere come li chiamo...

Oggi al nucleare dico di sì, visto che si sono persi 30 anni in chiacchiere inutili e nulla è cambiato da allora. Pannella, Bonino e Fortuna erano in Piazza Navona all'epoca e spiegavano che si sarebbe arrivati al collasso con le discariche... non ci si è arrivati? Sempre loro iniziarono a parlare di solare ed energie alternative e rinnovabili... non ci si è arrivati?

Chi è stato a Governo (sin da allora data) ha però pilotato in modo che si arrivasse per forza al nucleare, dato che se avesse preso da allora decisioni per il fotovoltaico... oggi sarebbe ben differente per tutti! No inquinamento e no grossi balzelli da pagare. Inoltre gli studi sarebbero migliorati e tanto altro ne avrebbe avuto vantaggio.

Si vuole iniziare nuovamente col nucleare? Va bene (da parte mia), ma sia fatto in modo che ogni cittadino liberamente possa andare a rendersi conto che le scorie sono ben custodite e smaltite, per non avere poi i soliti lunghi inutili processi per i vari espedienti usati sino ad ora. Tanto si sa come vanno in genere a finire...
Ogni cosa deve essere fatta con cervello, alla luce del sole e non per interesse, o almeno per un vero interesse collettivo.
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Re: Basta pochissimo per reiniziare col nucleare in Italia

Messaggiodi Aragorn il 06 mar 2008, 15:59

xò takion le discariche sono al collasso solo in campania in tutto il mondo civile...


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Re: Basta pochissimo per reiniziare col nucleare in Italia

Messaggiodi takion il 06 mar 2008, 16:18

La differenza è poca, anche se hanno detto il contrario. Basta ora attendere qualche tempo per vedere cosa accadrà anche al Nord. Ricordo anni fa che si parlava di spazzatura buttata a terra in quel di Milano vicino ad un asilo. Era un punto di "raccolta" comune...

Quello che penso è che qui non si deve fare politica (tante inutili chiacchiere) ma solo il sociale, dimostrando alla collettività di aver raggiunto un grado di serietà e di coerenza, tutto ciò che manca oggi. Solo la popolazione unita può dare inizio a questo. Il nucleare non deve essere cosa politica, ma sociale, perché serve ad abbattere spese e dare servizi, ma cosa costerà una volta messo in moto? Chi si occuperà dello smaltimento scorie?

Ricordiamoci che la popolazione è sempre in crescita e quindi se ora ci si arrangia, tra non molto non sarà più possibile farlo. Avendo pertanto avuto l'allarme Campania, sarebbe bene sin da ora pensare a cosa fare per adesso e per dopo.
Però: chi si imboscherà i capitali attribuiti per farlo? Questa è una regola comune in Italia, che deve sparire, se si vuole continuare a vivere degnamente...
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