Fai una ricerca su Internet e ti vien fuori la barzelletta: "Sai che a Napoli i vigili sono biodegradabili? Proprio così: due gocce d'acqua e spariscono". Poi approfondisci e scopri che è vero. Nel senso che la Polizia Municipale vesuviana conta 2.300 unità d'organico. Circa un migliaio di questi sono nel tempo diventati graduati - tenenti, maggiori, capitani -, e dunque in strada ci vanno poco o niente. Altri 600, poi, hanno presentato certificato medico: dolori vari, patologie legate al rumore evia dicendo. Così si sono fatti esentare, e nel traffico non ci possono stare. Nel febbraio scorso, la magistratura ha cominciato a indagare. C'è chi è guarito di colpo.
Ecco, la cosa insopportabile per molti napoletani è essersi trasformati in un luogo comune. Perché il dramma è che ormai non sorprende nemmeno più. Chi non ha una frequentazione assidua con la città e torna a guardarla con più attenzione in queste occasioni, allarga le braccia, «eh già, è Napoli, figurati». E vedi loro, i politici, quelli che promettevano il "rinascimento" economico e culturale e morale della città, arrabattarsi e giustificarsi come un assessore qualsiasi, «la colpa non è mia, avevo le mani legate». Dicevano che sarebbe cambiato tutto: non è cambiato nulla. Si erano presentati come "il nuovo ". E invece devono arrendersi all'evidenza: sono come "il vecchio", se non peggio.
SPESE PER IL PERSONALE
Interessante è allora mettere in fila i numeri. Sono 13.125 i dipendenti del Comune di Napoli. A questi bisognerebbe aggiungere le società partecipate dal Comune stesso (per 8 di queste detiene il 100% delle quote, in 6 ha la maggioranza e in 7 è socio di minoranza), per altri 1 lmila dipendenti. Queste società, poi, detengono a loro volta quote in altre società: tanto per fare un esempio, l'Anm, l'azienda che gestisce il trasporto pubblico urbano, ha il 100% di Napolipark, società che gestisce i parcheggi cittadini. Tra dipendenti, lavoratori interinali e a progetto, queste "partecipate delle partecipate" danno lavoro ad altre 6mila persone. Come dire che sono più o meno 30mila le persone che gravitano intorno al Municipio.
Ma lasciamo il ginepraio e torniamo ai 13.125 stipendiati direttamente dal Comune. Il rapporto è di 13,3 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti, in linea con Milano (16.800 dipendenti comunali, 13,4 circa ogni 1000 abitanti). Solo che a Napoli le spese per il personale raggiungono i 467 milioni di euro l'anno, una media di circa 35mila euro a dipendente: in questo senso, più di Milano (circa 33mla euro) Non per niente la relazione del collegio dei revisori datata 27 settembre 2007 sottolinea che «l'Ente nonhaattestato la riduzione della spesa del personale» richiesta dalla Finanziaria
«FARE IL SINDACO NON MI PIACE»
Certo è che la Iervolino, eletta sindaco nel 2001 e ora al secondo mandato, era stata sincera con Giorgio Bocca: «Se mi piace fare il sindaco di questa città eccessiva? No, finora non mi è piaciuto per niente. È una città difficile da governare». Peraltro, non si può dire che avesse ereditato una situazione comoda. Ma la tendenza non pare essersi invertita. E le statistiche restano impressionanti: considerando il decennio '96-2006, tra more e quant'altro, le multe non riscosse ammontano a 390 milioni di euro, Pici (tassa sulla casa) non incassata raggiunge i 107 milioni, 412 milioni sono le Tarsu (tasse sui rifiuti) non versate. Per continuare il paragone con Milano, nel capoluogo lombardo l'evasione rimasta tale riferibile a lei e Tarsu ammonta a 50 milioni: 168 milioni sono stati infatti recuperati con la "grande offensiva" iniziata nel 2000.
CAUSE MILIONARIE
Tornando aNapoli, e passando al capitolo "case comunali", alla montagna di crediti sopracitati ci sarebbero da aggiungere i 130 milioni di euro di affitti malversati, ancora considerando il periodo '96-2006. Da notare che questi crediti sono segnati a bilancio, anche se molti già si sa che non saranno mai riscossi (alcune pratiche risultano già prescritte).
Altra voce impressionante è quella dei "debiti fuori bilancio", pioè le spese non previste a inizio anno: aMilano sono zero, aNapoli oltre 25-milioni-25, e solo considerando il 2007. Di questi, oltre 15 milioni di euro sono conseguenza di contenziosi persi dal Comune, gli altri sono riferibili a spese supplementari. Quando si dice un'amministrazione oculata.
Ma non si dica che il Comune di Napoli non offre ai suoi cittadini i servizi più utili. Anche se alcuni non si capisce bene a cosa servano, né se siano ancora attivi. È stato organizzato un servizio di Educazioneallapace, con tanto di dirigente e funzionari. Poi il Centro europeo dì informazione cultura per il cittadino, che dovrebbe far conoscere in città le decisioni di Bruxelles. Quindi il progetto Tempi e orari della città, con un suo ufficio e relativi dipendenti, «al fine di coordinare e armonizzare i tempi e orari di funzionamento della città», così si legge sul sito del Comune. E il "Corriere del Mezzogiorno" ironizza: «Possibile che a Napoli, dove tempi e orari non vengono rispettati da nes -suno, esista un ufficio ad hoc?». Possibile.
IL POTERE Al QUARTIERI
C'è poi la questione "decentramento". Nel maggio 2006, le 21 Circoscrizioni in cui era diviso il territorio comunale sono state accorpate in 10 cosiddette Municipalità, ognuna delle quali col suo presidente, la sua giunta, i suoi 30 consiglieri. Un'ideona: le Municipalità - essendo, come si dice, "a contatto col territorio" - si sarebbero infatti occupate direttamente dei problemi di quartiere, tipo arredo urbano, lavori sulle strade secondarie, politiche sociali, interventi sugli edifici scolastici. Proprio come già si fa a Parigi e a Londra. Bene, no? Mica tanto: a un anno e mezzo dalle elezioni che hanno formato i "parlamentini", sono stati spesi 5 milioni in stipendi, ma risultati pochi o niente. Anche perché le funzioni dal "centro" ai quartieri sono sì state trasferite, ma solo sulla carta. Per capirci: le Municipalità ci sono, esistono, sono operative da oltre un anno, presidenti e consiglieri si riuniscono e per questo vengono pagati, il "Mattino" ha anche registrato un numero record di sedute in pieno agosto. Di contro, però, le stesse Municipalità non possono disporre degli impiegati e uffici che dovrebbero mettere in pratica le decisioni prese: questi sono ancora in carico aU'amministtazione centrale. Cosa che ha spinto il quotidiano della città a titolare "Municipalità, i consiglieri guadagnano ma non decidono". Paradosso? No, Napoli.