Franca Rame annuncia per la 4rta volte le sue dimissioni

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Franca Rame annuncia per la 4rta volte le sue dimissioni

Messaggiodi Aragorn il 04 gen 2008, 17:10

Mi dimetto o non mi dimetto? Mi dimetto. Non mi dimetto. Massì che mi dimetto. Alla fine di tanti tentennamenti, Franca Rame sembra avere deciso: a breve lascerà Palazzo Madama, dove è entrata lo scorso anno come senatrice eletta nell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. La prima volta l'aveva detto dopo il voto sull'Afghanistan, a marzo: basta, me ne vado. Ma è rimasta lì. Poi è arrivata l'estate: ci si può dimettere d'estate? La gente è distratta, i giornali pure. Meglio aspettare un altro po'. Settembre. Ma a settembre arriva la Finanziaria: come fa un parlamentare responsabile ad andarsene proprio alla vigilia della sessione di lavori più importante dell'anno? E infatti, mentre continuava ad annunciare la fuoriuscita, la signora Fo continuava a dire: questo èl'ultimo voto, questo è l'ultimo voto. Ieri, l'annuncio. Ufficiale. Anzi no: «Sto scrivendo la lettera di dimissioni, che manderò solo al presidente Marini e non ai giornali perchè non voglio che sia ridotta a qualche riga, con il rischio di essere male interpretata»: peccato che queste parole la signora Fo le abbia dette non a Marini ma a un giornalista della Stampa, dalla quale si è fatta intervistare apposta. Ma non doveva annunciare le dimissioni per lettera sennò venivano «male interpretate»?
Sia come sia, la senatrice è troppo delusa dal governo Prodi per voler sedere ancora nel comodo scranno vellutato di rosso dell'Aula del Senato. Non ne vale più la pena. «Vogliamo fare l'elenco delle cose che non vanno?», si chiede nell'intervista la Rame. «In diciannove mesi il governo non ha avuto la forza di fare una legge sul conflitto d'interessi, sul falso in bilancio, sulla lottizzazione della Rai, sull'antitrust, sull'abolizione della Cirielli (la legge che riduce i tempi per la prescrizione di alcuni reati, ndr). In compenso ha detto sì alla base di Vicenza e ha creato le condizioni perchè al pm De Magistris si scippassero le sue inchieste. E il pm Forleo è stata fatta passare per una bizzarra un po' esaltata».
In gennaio, a quelle della Rame, si aggiungeranno anche le dimissioni di Willer Bordon, exmargheritino, in forte polemica col Partito democratico. E non è detto che la composizione del Senato non venga ancor di più stravolta dall'ingresso di alcuni nuovi eletti che potrebbero subentrare ad altri che, secondo un'interpretazione restrittiva della legge elettorale in vigore, non avrebbero i diritti per sedere a Palazzo Madama. Se l'operazione andasse in porto (cosa al momento giudicata improbabile) la maggioranza si ritroverebbe con tre voti in più.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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