Appello delle donne Afghane: aumentate il nr di militari

Non c'è niente da fare, le femministe italiane stanno sempre da una sola parte. Che passino gli anni, che pure la sinistra italiana cerchi, ogni tanto, di liberarsi almeno dalle posizioni più estreme, loro no. Il cattivo è sempre l'occidente, l'impero del male sempre l'America. A Roma, si è svolto un incontro alla Casa internazionale della donna L'intento, nobilissimo, è stato quello di presentare il libro "Burka!" della giornalista afgana Jamila Mujahed, commentato dalle buffe vignette di Simona Bassano di Tuffillo. Jamila, bella signora dagli occhi neri penetranti, giornalista prima dell'arrivo dei talebani, ha da poco fondato l'unica rivista femminile locale e dirige una radio che halo scopo di far conoscere alle donne che non sanno leggere come difendersi dalle violenze domestiche e non. Primo attacco ideologico: «Picchiano anche noi» grida una signora in sala. «Però voi avete qualcuno a cui rivolgervi» la riporta alla realtà Jamila Che ringrazia i soldati italiani e fa i le condoglianze alla famiglia del militare ucciso. Secondo intervento in sala- «Vo gliamo il ritiro delle forze militari Isaf». ( «Abbiamo bisogno che sia aumentato il numero dei militari alleati in Afghanistan» ribatte Jamila «il problema principale è la sicurezza Le bambine non possono andare a scuola, i fondamentalisti dettano legge, le donne possono essere lapidate. Abbiamo bisogno di soldati che ci difendono, al resto ci penseremo poi».