LONDRA- Era ancora tiepido il clima a Monaco di Baviera la settimana scorsa. L’ideale per indossare pantaloni a vita bassa e mostrare il piercing all’ombelico. Ma la piccola vanità è quasi costata la vita a Jessica, 19 anni, studentessa d’arte di Cardiff in vacanza di lavoro in Germania: girava in auto con un compagno per fotografare cattedrali tedesche per una tesi universitaria. Hanno avuto un incidente: un tamponamento dal quale il ragazzo è uscito con una gamba fratturata. Le cinture di sicurezza sono scattate bloccando i passeggeri sul sedile, ma la compressione ha spinto il piercing in profondità nell’addome di Jessica, trasformando la spilletta con perlina in un proiettile. C’è voluta un’operazione di tre ore per estrarre il piercing e riparare i gravi danni interni: il chirurgo ha spiegato che l’incidente d’auto in sé era stato lieve, ma la spilla era stata sparata dalla cintura con una tale forza nei tessuti da fermarsi solo a pochi centimetri dalla spina dorsale. Ora Jessica sta meglio e attraverso il padre ha lanciato un appello alle amiche in Galles: togliete il piercing.
CASO ECCEZIONALE - Il caso è sicuramente eccezionale, ma secondo le statistiche infezioni e altre complicazioni causate ai ragazzi britannici dalla moda del piercing costano al Servizio sanitario nazionale di Londra più di 2 milioni di euro all’anno. E ci sono anche medici che hanno rifiutato di praticare punture lombari a donne con tatuaggi sul fondo della schiena, per timore di spingere sostanze potenzialmente tossiche presenti nel disegno all’interno dell’organismo attraverso il canale spinale. La casistica chirurgica dei traumi da incidente d’auto ha rilevato che sono rischiosi in caso di urti violenti anche i tubetti di rossetto, le penne nel taschino, le monetine in tasca. E pensare che molti soldati reduci dalla guerra hanno raccontato di dovere la vita a oggetti metallici come accendisigari e portasigarette che tenevano in tasca e avevano deviato schegge di bombe o pallottole.