LA PRESSIONE fiscale sale di quasi un punto percentuale quest’anno e resterà pressocchè ferma a questo livello anche per il prossimo anno. Comincerà a scendere solo nel 2009. A questo si aggiunge una manovra sul fronte delle spese che continua a essere insoddisfacente al punto che anche il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa se ne rammarica. Al di là degli annunci ottimistici del premier Romano Prodi alla presentazione della Finanziaria, è questa la realtà dei numeri. Il quadro di finanza pubblica allegato alla Manovra è stato aggiornato e indica che il peso delle imposte in rapporto al pil, è passato dal 42,3% del 2006 al 43,1% del 2007. Un record decennale giacchè solo nel 1997, l’anno dell’Eurotassa per l’aggancio con la moneta europea, si è avuto un livello più alto. La pressione fiscale poi si assesterà al 43% nel 2008 (calando di uno 0,1%), per poi scendere al 42,8% nel 2009, al 42,6% nel 2010 e al 42,3% nel 2011. Il che significa che quanto incassato dal recupero dell’evasione verrà utilizzato per far scendere solo di un piccolo 0,1% il peso del fisco nel 2008. Eppure Prodi ha parlato di una Finanziaria «di svolta che non aumenta le tasse e redistribuisce ai cittadini il frutto di un anno e mezzo di lotta all’evasione con un’attenzione particolare ai più deboli». Il premier nasconde anche le difficoltà e le tensioni che hanno accompagnato il parto della Manovra rimasta in gestazione per ben undici ore, in una notte da lunghi coltelli, e afferma che è stata varata «in modo unanime e concorde». Inoltre si dice «tranquillo» per quello che potrebbe succedere nella discussione in Senato. Prodi ha sottolineato che si tratta di una Finanziaria «leggera nei numeri ma corposa nei contenuti» che dopo il risanamento «prosegue con il rilancio dell’economia». ha smorzato la polemica attorno allo slittamento del via libera al protocollo sul welfare dicendo che «sarà approvato al prossimo Consiglio dei ministri come previsto». Quanto alla tassazione delle rendite finanziarie rivela che il progetto non è affatto accantonato. Anche su questo come sul protocollo si è tenuto conto delle richieste della sinistra radicale. L’aumento della tassazione dei capital gain non è previsto con la Finanziaria ma attraverso un ddl delega già in Parlamento. Prodi indica come pilastro della Manovra l’intervento sulla casa, «un grande piano che mancava nell’agenda politica italiana da decenni» che vale 500 milioni di euro e porterà alla ricostruzione di case in degrado del patrimonio pubblico alla costituzione di un fondo per la costruzione di nuove abitazioni di edilizia pubblica. A questo si aggiunge «l’abbattimento dell’Ici e un aiuto per gli affitti». Due misure che rispondono solo in minima parte a quanto promesso nel programma di governo. Padoa Schioppa, pur nella condivisione dell’ottimismo, non può non riconoscere che sulla spesa si poteva fare di più. «Una quota delle risorse arriva dalla riqualificazione della spesa pubblica. L’avrei voluta più elevata». Il ministro sottolinea che viene consolidato il risanamento dei conti con un debito che scende al 103,5%, tre punti in meno rispetto al 106,8% dell’anno scorso. Padoa Schioppa è fiducioso sulla promozione da parte di Bruxelles. «Abbiamo i conti risanati e ho la ragionevole speranza che la procedura per deficit eccessivo possa essere chiusa la prossima primavera. E poi potremmo crescere al 3%». Il ministro non nasconde la preoccupazione per il rallentamento generale dell’economia in tutta Europa. «ma questo non impedisce di chiudere quest’anno con un deficit migliore rispetto alle previsioni (2,4% contro il 2,5% scritto nel Dpef). La restituzione dei frutti della lotta all’evasione al momento si fa sentire solo per gli incapienti che riceveranno poche briciole (150 euro una tantum a dicembre). Gli altri dovranno aspettare.
fonte il tempo