Un gelato alla settimana per restare incinta

Vuoi avere figli? Mangia il gelato. È ciò che emerge da un'indagine statistica americana. Secondo gli studiosi di Harvard le donne che si nutrono del tipico prodotto estivo, ma anche di altri alimenti derivanti dal latte, hanno maggiori chance di rimanere incinte. Il motivo? Ancora non è chiaro, ma sembra che il più attendibile sia quello relativo al fatto che le sostanze contenute nel gelato hanno il potere di trattenere nel sangue alte concentrazioni di estrogeni, ormoni tipicamente femminili e direttamente collegati alla capacità di concepimento.
Innanzitutto gli studiosi statunitensi hanno sottoposto un campione di donne che aveva difficoltà ad avere figli a una serie di test: in pratica veniva chiesto loro che rapporto avevano con determinati alimenti, e soprattutto in che percentuale questi ultimi - in tutto un centinaio - venivano consumati.
In seguito i ricercatori hanno costatato che, sorprendentemente, le donne che avevano dichiarato di consumare tanti gelati, erano quelle che rimanevano incinte con più facilità. In particolare è emerso che chi mangiava un gelato alla settimana correva il 15 per cento di rischi in meno di non avere figli, percentuale che saliva al 37 per cento per quanto concerne le partecipanti al test che ne mangiavano due o più alla settimana.
Sulla base di questi dati sono quindi iniziate le ricerche per capire in che modo le donne che mangiavano tanti gelati avevano potenzialità riproduttive maggiori delle altre. E gli studi si sono concentrati sugli estrogeni, cioè sugli ormoni sessuali femminili tipicamente prodotti dall'ovaio (i principali sono l'estra-diolo, l'estrone e l'estriolo).
In generale la funzione degli estrogeni è quella di garantire il benessere della donna: le patologie dovute a una loro carenza possono determinare infatti anoressia, sterilità, infertilità e perdita delle caratteristiche corporee femminili.
Tornando allo studio, i ricercatori hanno verificato che ci sono alimenti che hanno il potere di favorire una maggiore permanenza nel sangue degli estrogeni e tra questi, appunto, c'è anche il gelato.
Come si evince dalle pagine del mensile OkSalute lo studio ha riguardato 18.555 donne con un'età compresa tra i 24 e i 42 anni, che sono state osservate per otto anni.
Secondo gli studiosi, quindi, è opportuno mangiare il gelato, così come altri alimenti derivanti dal latte e ricchi di grassi, tra cui formaggi e burro, senza tuttavia esagerare. Soprattutto per non correre il rischio di accumulare troppe calorie e predisporre l'organismo a problemi di natura cardiocircolatoria. In particolare è necessario fare molta attenzione ai cosiddetti grassi "trans" (trans fatty acids), presenti in numerosi alimenti, distinti dai grassi "cis": in natura la stragrande maggioranza degli acidi grassi si trova nella forma cis, mentre gli isomeri trans sono presenti in piccola percentuale soprattutto nei latticini e nelle carni grasse, nella misura del 5-8 per cento rispetto al quantitativo totale di grassi. Stando alle ricerche compiute da Jorge Cha-varro, studioso della Harvard school of public health di Boston, proprio i grassi trans ostacolano l'ovulazione incrementando i livelli di testosterone, ormone maschile.
Inoltre possono provocare danni al cuore, innalzando i livelli di colesterolo cattivo, a scapito di quello buono, e indebolire le membrane cellulari impedendo il normale flusso di microelementi.
Innanzitutto gli studiosi statunitensi hanno sottoposto un campione di donne che aveva difficoltà ad avere figli a una serie di test: in pratica veniva chiesto loro che rapporto avevano con determinati alimenti, e soprattutto in che percentuale questi ultimi - in tutto un centinaio - venivano consumati.
In seguito i ricercatori hanno costatato che, sorprendentemente, le donne che avevano dichiarato di consumare tanti gelati, erano quelle che rimanevano incinte con più facilità. In particolare è emerso che chi mangiava un gelato alla settimana correva il 15 per cento di rischi in meno di non avere figli, percentuale che saliva al 37 per cento per quanto concerne le partecipanti al test che ne mangiavano due o più alla settimana.
Sulla base di questi dati sono quindi iniziate le ricerche per capire in che modo le donne che mangiavano tanti gelati avevano potenzialità riproduttive maggiori delle altre. E gli studi si sono concentrati sugli estrogeni, cioè sugli ormoni sessuali femminili tipicamente prodotti dall'ovaio (i principali sono l'estra-diolo, l'estrone e l'estriolo).
In generale la funzione degli estrogeni è quella di garantire il benessere della donna: le patologie dovute a una loro carenza possono determinare infatti anoressia, sterilità, infertilità e perdita delle caratteristiche corporee femminili.
Tornando allo studio, i ricercatori hanno verificato che ci sono alimenti che hanno il potere di favorire una maggiore permanenza nel sangue degli estrogeni e tra questi, appunto, c'è anche il gelato.
Come si evince dalle pagine del mensile OkSalute lo studio ha riguardato 18.555 donne con un'età compresa tra i 24 e i 42 anni, che sono state osservate per otto anni.
Secondo gli studiosi, quindi, è opportuno mangiare il gelato, così come altri alimenti derivanti dal latte e ricchi di grassi, tra cui formaggi e burro, senza tuttavia esagerare. Soprattutto per non correre il rischio di accumulare troppe calorie e predisporre l'organismo a problemi di natura cardiocircolatoria. In particolare è necessario fare molta attenzione ai cosiddetti grassi "trans" (trans fatty acids), presenti in numerosi alimenti, distinti dai grassi "cis": in natura la stragrande maggioranza degli acidi grassi si trova nella forma cis, mentre gli isomeri trans sono presenti in piccola percentuale soprattutto nei latticini e nelle carni grasse, nella misura del 5-8 per cento rispetto al quantitativo totale di grassi. Stando alle ricerche compiute da Jorge Cha-varro, studioso della Harvard school of public health di Boston, proprio i grassi trans ostacolano l'ovulazione incrementando i livelli di testosterone, ormone maschile.
Inoltre possono provocare danni al cuore, innalzando i livelli di colesterolo cattivo, a scapito di quello buono, e indebolire le membrane cellulari impedendo il normale flusso di microelementi.