Roberto Savi, uno dei condannati per le vicende della Uno Bianca, ha chiesto la grazia. Detenuto nel carcere di Opera, poco fuori Milano, ha chiesto il provvedimento di clemenza con una lettera inviata nei giorni scorsi al Tribunale di Sorveglianza di Milano.
A questo punto comincia l'iter che porterà la richiesta all'attenzione del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e poi del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un iter che, di norma, richiede svariati mesi.
L'avvocato Donatella Degirolamo, che assiste Roberto Savi, non sapeva della richiesta di grazia inoltrata dal suo assistito: "Mi ha colto totalmente di sorpresa".
Duro il commento del presidente della associazione che riunisce le vittime della Uno Bianca, Rosanna Zecchi: "Spero che non gliela diano, mi sembra di sognare: è una cosa vergognosa. Una persona che ha ucciso 24 persone, mi meraviglio che non si vergogni".
"Non credo che gliela possano dare - ha aggiunto - e se gliela danno sono pazzi. Non ci sono solo i morti, che si rivolteranno nella tomba, ma anche i feriti: sono persone che ancora portano i segni di quello che hanno subito, si stanno ancora curando, ancora non riescono ad andare nei supermercati, in banca o alle poste, perché hanno paura di luoghi affollati. Mi meraviglio davvero che non si vergogni, ci vorrebbe piu' dignità".