Nell'ultimo giorno in cui è possibile rendere noti i sondaggi elettorali (secondo la legge sulla par condicio, il divieto scatta proprio oggi), la maggior parte degli istituti di ricerca dà l'Unione in vantaggio sulla Casa delle Libertà. Con due eccezioni: la Psb (Penn Schoen & Berland), l'azienda di ricerca americana a cui si è affidato Silvio Berlusconi, ed Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, istituto considerato vicino alla Cdl. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, infatti, la Psb nell'ultima ricerca presentata al premier attribuisce al centrodestra un vantaggio dell'I per cento secco sugli avversari, ufficializzando così il fatidico sorpasso. In particolare, per gli esperti americani la svolta sarebbe avvenuta grazie a Forza Italia, che sale al 25 per cento. Un sorpasso scandito da due tappe: lo scontro in tv tra il premier e Lucia Annunziata, che ha portato al pareggio, e lo sfogo del Cavaliere davanti agli industriali a Vicenza, con il superamento della Cdl ai danni dell'Unione.
Secondo Euromedia, invece, tutto dipende dall'affluenza alle urne: più sarà alta e più aumentano le possibilità di vittoria per il premier. Con una percentuale di votanti tra il 74 e il 78 per cento, infatti, Ghisleri attribuisce il 51,3 per cento all'Unione e il 47,6 alla Cdl. Se l'affluenza sale tra il 78 e l'82 per cento, avremo l'Unione al 50,1 e la Cdl al 48,8. Mentre, se i votanti saranno superiori all'82 per cento, a quel punto la Cdl supererebbe l'Unione con il 50 contro il 48,9 per cento. «Tra coloro che decidono all'ultimo minuto di andare a votare ci sono molti più elettori del centrodestra che del centrosinistra», spiega Ghisleri, «per questo motivo più alta sarà l'affluenza, più la Cdl avrà possibilità di vittoria». Ieri lo ha sottolineato lo stesso Berlusconi: «Sono convinto che vinceremo noi perché voterà più dell'80 per cento degli italiani. E gli indecisi ci daranno il loro voto», ha detto il Cavaliere.
Il premier, dunque, può ben sperare, tenuto conto anche del fatto che l'affluenza nel 2001 è stata del-l'81,4, nel 96 dell'82,9 e nel 94 addirittura dell'86,1. Per quanto riguarda i partiti, invece, sempre secondo Ghisleri, alla Camera la lista dell'Ulivo dovrebbe attestarsi tra il 30 e il 33 per cento, mentre al Senato i Ds viaggiano tra il 20 e il 22 e laMargherita tra il 9 e il 12 per cento. Vanno bene rifondazione ,-7 per cento, e Rosa nel Pugno, la vera sorpresa, tra il 3 e il 4 per cento. Nel centrodestra, invece, Forza Italia sta tra il 21,5 e il 23, An tra l'll,5 e il 12,5, Udc al 6 e Lega poco sotto il 5.
Per gli altri istituti, invece, il vantaggio del centrosinistra è netto. Ed è il motivo per cui molti esponenti dell'Unione ostentano sicurezza. Il più clamoroso è quello di Ced ricerca e sviluppo, che indica l'Unione addirittura al 56,1 e la Cdl al 43,9, con oltre 12 punti di differenza. Ma anche l'Ekam, la nuova società del-l'ex-sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi, non scherza. Alla Camera Unione batte Cdl 53,5 contro 46, mentre al Senato il centrosinistra prevale per 52,4 contro 46,7.
Se poi andiamo a vedere i dati degli istituti più noti, vediamo che la distanza diminuisce, ma il vantaggio del centrosinistra rimane. L'ultima ricerca, realizzata da Eurisko tra il 20 e il 22 marzo, indica la coalizione guidata da Romano Prodi al 51,7, contro il 46,6 di quella condotta da Berlusconi. Secondo questo sondaggio, inoltre, il 43,4 per cento degli italiani vorrebbe il Professore a Palazzo Chigi, mentre a indicare il Cavaliere è il 34,5. «Il vantaggio è del 5,1 per cento ? Forse addirittura un po' di più...», è stato il commento di Prodi.
Range tra i tre e i cinque punti anche per altri istituti di sondaggi. L'Abacus, in una ricerca realizzata qualche giorno fa per SkyTg24, dà l'Unione al 51,5 e la Cdl al 48 per cento. Swg indica l'Unione al 52,8 e la Cdl al 46,4. Ipr marketing, infine, vede l'Unione al 52 e la Cdl al 47 per cento.