Fermati 3 "terroristi" in italia

[Aragorn]

NAPOLI (Reuters) - Tre algerini sono stati arrestati a Brescia e a Napoli dai carabinieri del Ros con l'accusa di associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale, in un'operazione su cui per il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu si è fatto "troppo rumore" e che non riduce la minaccia di attentati in Italia.

I tre fermati, Khaled Serai e Mohamed Larbi a Brescia e Yamine Bouhrama a Napoli, sono ritenuti legati a cellule del terrorismo internazionale vicine alla organizzazione Salafita per le predicazione e il combattimento in Europa ed "erano pronti ad agire perché disponibili e quindi pronti a colpire al comando", riferiscono le fonti.

Una fonte governativa, che ha chiesto di rimanere anonima, ha detto a Reuters che gli eventuali attentati condotti dai tre algerini non sarebbero stati su suolo italiano.

"Non sarebbero stati in Italia", ha detto la fonte senza fornire dettagli su gli altri potenziali obiettivi.

In particolare Bouhrama, da oltre due anni seguito dalle forze dell'ordine, è ritenuto "ufficiale di collegamento delle cellule internazionali" per la sua capacità di spostarsi velocemente tra diversi paesi soprattutto verso la Norvegia, che ha collaborato con l'Italia per la sua cattura, e il Regno Unito dove il fratello Mourud è detenuto per terrorismo internazionale, spiegano le fonti.

Bouhrama è considerato un "elemento profondamente inserito in attività di eversione e terrorismo internazionale".

Nel corso dell'interrogatorio conclusosi nel pomeriggio, Bouhrama ha negato la contestazione del reato di terrorismo internazionale mentre ha ammesso di aver falsificato documenti e il collegamento con gli altri due arrestati, hanno detto fonti investigative.

PISANU: INVARIATA LA MINACCIA DEL TERRORE

Larbi e Serai, dicono le fonti, si occupavano di traffico internazionale di documenti falsi e insieme a Bouhrama costituivano quella che viene definita una "classica cellula in sonno".

"Mi pare che sull'episodio si stia facendo troppo rumore", ha commentato oggi il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu a margine di un convegno a Roma.

"A mio modo di vedere il loro arresto non aggiunge e non toglie nulla di importante alla minaccia terroristica che continua ad incombere sull'Italia come su altri paesi europei. Perciò, continuiamo a tenere bene alzate le nostre difese", ha aggiunto il ministro precidando che gli investigatori hanno controllato a lungo i tre prima di entrare in azione.

TROVATO MATERIALE "INTERESSANTE"

Durante le perquisizioni, a seguito dell'arresto, non sono stati trovati armi ed esplosivo, mentre i riferimenti ad attentati "contro infedeli" e alla disponibilità di materiale esplosivo sono stati registrati in alcune intercettazioni, hanno spiegato ancora le fonti.

Non c'era evidenza che i tre stessero preparando attacchi al momento ma "gravi indizi" e il pericolo di fuga hanno portato ai fermi. Sono stati trovati comunque documenti e oggetti definiti "molto interessanti", tra i quali delle sostanze, ora sotto analisi, e del materiale video di propaganda in lingua araba che incita alla jihad con scene di guerra dell'Afghanistan e della Cecenia. I video trovati a Brescia riportano il marchio di una moschea napoletana frequentata in particolare da algerini.

Nel corso delle intercettazioni sono emerse diverse discussioni in cui i tre parlavano genericamente di progetti di attentati in Italia, mentre commentavano gli attentati compiuti da estremisti islamici a Madrid, Londra e Sharm el Sheikh.

Nel marzo 2004 attentati di matrice islamica provocarono 190 vittime nella capitale spagnola, mentre il 7 luglio a Londra attacchi ai mezzi pubblici della città fecero 52 morti. Sempre in luglio nella località turistica di Sharm el Sheikh in Egitto un attentato provocò 64 vittime -- tra cui sei italiani.

Gli indagati, secondo le fonti, erano anche attrezzati con mezzi per la bonifica degli ambienti poiché si erano accorti di essere oggetto di intercettazioni ed erano riusciti a trovare e disattivare le "cimici".

L'inchiesta è coordinata da Michele Del Prete, magistrato del Pool antiterrorismo della procura di Napoli guidato da Franco Roberti, è partita dal capoluogo campano ed è stata condotta in collaborazione con le procure di Salerno, Brescia e Venezia. Fino ad ora gli indagati sarebbero una decina.

I provvedimenti di fermo, disposti dall'autorità giudiziaria di Napoli, dovranno essere convalidati domani nelle sedi giudiziarie di Napoli e Brescia.

-- ha collaborato Phil Stewart, Lucio Fava Del Piano, Antonella Cinelli

[DANBER]

troppa liberta'....
qui si muore c'e' poco da scherzare...

[nemesys_72]

mi stupisco che nessun "giudice" si sia ancora schierato a favore
dei tre, cercando di farli liberare..

Dobbiamo morire prima che qualcuno si decida a far sul serio..

[Aragorn]

se nn sbaglio c'è una mezza polemica fra quelli di brescia e napoli

[Galai]

c'è una mezza polemica fra quelli di brescia e napoli

E intanto loro godono tra i due litiganti, magri pensando già a come ricambiare il favore...