CERN e LHC

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Re: CERN e LHC

Messaggiodi `knives` il 25 set 2008, 18:25

la vita delle stelle è la base della formazione degli elementi dell'universo.. tantè che dopo l'elio, le stelle formano il carbonio

Una stella va incontro allo stadio di gigante rossa dopo aver esaurito tutto l’idrogeno a disposizione per le reazioni nucleari che la alimentano nella fase centrale della sua vita. Venuta a mancare così la pressione degli strati più interni verso l’esterno, il nucleo stellare si contrae per effetto della gravitazione, andando incontro a un enorme aumento della densità e della temperatura. Queste due condizioni insieme portano all’innesco di un nuovo ciclo di reazioni nucleari, che bruciano elio producendo carbonio.


da http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_ ... rossa.html
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Re: CERN e LHC

Messaggiodi takion il 26 set 2008, 18:04

Pensa da qui, quanto c'è da mangiare per un buco nero che poi quando collassa trasforma nuovamente tutto in altissima energia ad oggi di non possibile calcolo.
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Re: CERN e LHC

Messaggiodi takion il 30 set 2008, 00:03

Aggiungo questo articolo che fa meglio capire cosa intendo. Non si può a priori di tutto pretendere di sapere ogni cosa anche al di là del normale conosciuto e provato materialmente... e qui ne è la prova con l'ultima scoperta, non certo fatta avviando un qualcosa che può essere pericoloso, ma con la costante osservazione. Leggete bene per capire le differenze nel tempo...

La storia magnetica di Marte
I risultati forniscono nuove indicazioni sull’evoluzione atmosferica di Marte, sulla sua storia termodinamica e sulla storia complessiva del sistema solare

In origine, il campo magnetico di Marte era concentrato nell’emisfero sud del pianeta, influenzando in parte l’evoluzione della crosta e determinando così differenze geologiche tra i due emisferi.

Ora grazie a uno studio dei ricercatori dell’Università di Toronto in Canada, del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, nel Massachusetts, e della Brown University di Providence, nel Rhode Island, Stati Uniti, è stato sviluppato un modello dei flussi di calore su Marte che può spiegare le differenze nei fenomeni magnetici riscontrati.

Questi risultati forniscono anche nuove indicazioni sull’evoluzione atmosferica di Marte, sulla sua storia termodinamica e sulla storia complessiva del sistema solare.

Sabine Stanley e colleghi hanno sviluppato un modello matematico sulla base dell’ipotesi che la formazione delle differenze fisiche tra i due emisferi del Pianeta Rosso si siano sviluppate simultaneamente al campo magnetico, contrariamente a quanto ritenuto finora. Gli attuali modelli dinamici prevedono infatti che il campo magnetico si sia alterato con il tempo.

La Stanley e il suo gruppo dimostrano invece che il campo marziano si è originato fin dall’inizio con intensità molto maggiore nel sud del pianeta rispetto al nord: se il flusso di calore attraverso l’interfaccia nucleo-mantello era inferiore al momento della formazione del pianeta, allora il risultante campo geomagnetico si concentrò effettivamente solo nella parte meridionale. (fc)

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/La_storia_magnetica_di_Marte/1333326

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