Firenze, 21 mar. (Adnkronos) - "Per quanto riguarda le riforme, non ho la fiducia a trovare un accordo, loro sono l'opposizione dei rifiuti". "Abbiamo i numeri sia alla Camera che al Senato per fare le riforme, se vogliono aggiungere i loro voti ai nostri... Pero' non ci credo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rispondendo alla domanda di un giornalista a Palazzo Corsini, a Firenze.
Poi l'attacco ai magistrati: "In questo momento in Italia la sovranita' appartiene a Magistratura Democratica". "Il problema della magistratura, senza inutili ipocrisie, esiste", ha quindi detto il presidente del Consiglio. "Il problema e' che la magistratura svolge un ruolo diverso da quello assegnato dalla Costituzione. Se una legge non fa comodo, non piace a certa parte della magistratura, che si puo' individuare in Magistratura Democratica, la portano in Cassazione e la Cassazione abroga. In questo momento in Italia -ha affermato Berlusconi- la sovranita' non appartiene al popolo ma a Magistratura Democratica".
"Ho giurato sulle persone piu' care che nessuna delle accuse mosse nei miei confronti era fondata. E in 16 anni di inchieste sul mio conto - continua Berlusconi - sono sempre stato assolto eppure e' intervenuta la prescrizione che significa che i pubblici ministeri, pur nella lunghezza dei processi, non sono stati capaci di avvalorare le loro tesi accusatorie".
''Si commenta da se' e dimostra solo una sorta di ossessione che lo allontana dalla realta' piu' elementare'' è l'immediata replica all'Adnkronos di Livio Pepino, togato di Magistratura democratica al Csm. ''Il problema di Magistratura democratica e' un altro - ha aggiunto - e' quello di cercare di contribuire al rispetto delle regole e questo forse disturba il presidente del Consiglio''.
Da Bologna, dove era stato in mattinata per una conferenza stampa e un appuntamento elettorale a sostegno della candidata per la presidenza alla regione Emilia Romagna, Anna Maria Bernini , Berlusconi aveva invece risposto a chi parlava di un suo declino: "Sono il recordman delle democrazie occidentali".
Il presidente del Consiglio, in particolare, aveva ricordato come il presidente francese Sarkozy gode oggi del 32% dei consensi, la tedesca Merkel del 40 e Barack Obama, del 42%. "Io sono -fa notare- al 61%. Come si puo' pensare che io sia in declino?".
"Non mi spiace essere definito capopopolo", aggiunge poi Berlusconi in risposta al segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
Critico, poi, sulle cifre fornite dalla questura di Roma sulla manifestazione di ieri a Roma, il presidente del Consiglio è duro: ""In queste manifestazioni sono convinto che tutti danno i dati che fa comodo dare. Io non ho accennato e non voglio accennare a dati, pero' vi dico che mi sono emozionato e commosso". Mentre del comportamento dei manifestanti in piazza si dice soddisfatto "Frasi miti e comportamenti civili. Nulla a che vedere - fa notare - con la manifestazione della sinistra". "Tutti ammanettati al campione del giustizialismo che il mio buon gusto mi impedisce di definire altrimenti". Il premier ha anche tenuto a sottolineare che l'appuntamento di ieri "ha dato a tutti una grande spinta e a me, personalmente, ha fatto molto piacere".
Riguardo un possibile confronto con Bersani in televisione, Berlusconi afferma: "Non credo sia opportuno un confronto televisivo con il capo dell'opposizione, perche' le sue dichiarazioni nei nostri confronti ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa avere un confronto serio e un interscambio proficuo". "Siamo troppo diveresi -evidenzia- nel modo di fare politica. Quando noi critichiamo la sinistra diciamo esattamente cosa critichiamo rispetto al loro programma". Berlusconi ha anche ricordato che esiste un libro che raccoglie tutti gli insulti rivolti nei confronti della sua persona. "Da parte mia -ha chiosato- non c'e' mai stata una dichiarazione offensiva".
Quello che Berlusconi poi rileva è che, nel corso degli ultimi mesi, e' stata messa in campo "una serie impressionante di violazioni per fare scandalo e impedire di far conoscere cio' che si e' fatto di bello e concreto". Il premier, in particolare, passa in rassegna tutta una serie di vicende assunte a scandalo dai quotidiani per deviare l'attenzione su quelli che sarebbero dovuti essere i temi concreti della campagna elettorale. Cita, ad esempio, l'Aquila, rispetto alla quale si e' parlato poco delle case e dei quartieri che sono stati costruiti. Li' tutto "e' stato annegato dentro ad uno scandalo", dice riferendosi evidentemente alla vicenda che ha coinvolto la Protezione civile.
Il premier ribadisce poi la vicenda delle liste elettorali non ammesse, per ragioni, a suo avviso, non concrete, ma espressione "di una volonta' negativa". Ha evidenziato poi l'altro scandalo, ovvero quello delle intercettazioni della Procura di Trani, "che non ha nemmeno competenza territoriale", ha fatto notare Berlusconi osservando soprattutto che la cosa piu' grave e' che poi "le intercettazioni sono state date ai giornali".
Proprio riguardo i magistrati, inoltre, Berlusconi è chiaro: "Avevamo in programma di denunciare gli scandali della Campania, della Puglia e il mal governo del Lazio, ma non e' stato possibile perche' una gragnuola di magistrati ha dettato tutti i tempi della campagna elettorale".
Infine,Berlusconi parla del "pericolo" dell'astensionismo: "Certamente esiste", dice riferendosi al rischio del non voto in vista della chiamata elettorale del 28 e 29 marzo. "L'astensione -avverte pero' Berlusconi- significa dare un voto alla sinistra. Se non ci si riconosce nella sinistra e' obbligatorio e doveroso dare il voto alla Lega Nord o al Pdl".
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