Crisi di settembre

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Crisi di settembre

Messaggiodi takion il 21 ago 2009, 12:23

Come si discuteva tempo addietro, la crisi non passa e anche se dapprima Marcegaglia e altri si sono premurati a tirare su i morali, si sono però sempre dimenticati che "prima devono uscire dal Luna Park"..!

Questa crisi non passerà se non entro 10 anni (ve lo dico io dopo aver analizzato la cosa per bene) e questo perché tutti i paesi sono coinvolti come in una scalata, in cui se uno degli scalatori cade, anche gli altri sono tirati appresso. Berlusconi parlò di questioni "psicologiche", strano che altri non abbiano parlato di "jattura", ma tutti insieme devono smettere di contare frottole e dare risposte che non sono reali.

Ora vogliono più soldi alle imprese? E poi ne vorranno altri per le banche? E la collettività, non è quella che paga? Allora meglio un tubo a tutti e che la collettività possa almeno sopravvivere, visto che ormai non si può parlare di vivere...si ricordino che è la collettività intera che manda avanti la baracca, e non le sole loro imprese e banche.

Ecco cosa dice quella manica di impuniti incapaci.

ROMA - Nuove misure subito, già a settembre, altrimenti il paese dovrà attraversare un "autunno davvero difficile". Non usa giri di parole il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia per sollecitare il governo a fare il possibile contro la crisi.

Il peggio, dice la Marcegaglia in un'intervista al Tg1, sembra alle spalle, e "probabilmente cominceremo lentamente a risalire, ma ci vorranno alcuni anni per tornare ai livelli di produzione che avevamo prima della crisi". Per la leader degli industriali "bisogna rifinanziare gli ammortizzatori sociali a sostegno di chi perde il posto di lavoro, bisogna abbassare tasse e contributi sui salari aziendali per dare più soldi in tasca ai lavoratori e più efficienza alle imprese, e infine dobbiamo rendere più forti finanziariamente le imprese".

Auspica "molta serietà" e "un grande senso di responsabilità da parte di tutti". Il nostro paese, infatti, "sta peggio di Francia e Germania: quest'anno perderemo il 5% del Pil, e ci sono tante aziende che chiuderanno l'anno con cali di fatturati del 30, del 40, e perfino del 50%, con conseguenze gravi sull'occupazione".

Anche la Cgil sollecita un rafforzamento degli ammortizzatori sociali, raddoppiando a 104 settimane la cassa integrazione ordinaria. Una scelta "necessaria, visto che in molti casi si sta arrivando al limite", per il sindacato di Corso d'Italia che calcola in 770mila i lavoratori coinvolti nei processi di cassa integrazione nei primi sei mesi del 2009.

Per l'eurobanchiere Lorenzo Bini Smaghi con la crisi l'Italia è tornata indietro di dieci anni. C'è il rischio che dalla crisi escano "paesi più indebitati: per questo bisogna dedicare tutte le risorse che risparmiamo per abbattere il debito pubblico".

Secondo il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, "ci vuole uno stato più snello, rapido e competitivo. Il governo ha fato di tutto per evitare guai maggiori ma c'è una sfida per questa legislatura, la riforma dello stato, perchè non possiamo competere con le mani legate".

Mostra fiducia l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni: "Dopo un autunno difficile nei prossimi sei-nove mesi ci sarà ripresa perchè abbiamo i mezzi per superare le difficoltà".


http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/economia/crisi-37/marcegaglia-aiuti/marcegaglia-aiuti.html
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi takion il 31 ago 2009, 20:23

Il seguito...del Luna Park "Italia"

ROMA - Il solleone fa male ai prezzi che ad agosto tornano a salire, dopo aver toccato soglia zero a luglio. Il nuovo rialzo dei carburanti ha acceso di nuovo la miccia dell'inflazione: l'Istat fotografa così prezzi in crescita dello 0,2% rispetto ad agosto 2008 e dello 0,4% in confronto ai 30 giorni precedenti. La differenza rispetto a luglio 2009 è la più alta da 13 mesi, cioé dal luglio 2008. L'Italia è in controtendenza rispetto all'Europa. I prezzi nell'Unione a 16 membri - secondo i dati diffusi da Eurostat - continuano invece scendere. L'inflazione resta sotto zero, segnando un -0,2%.

INVERSIONE DI TENDENZA - In Italia il dato di agosto rappresenta "un'inversione di tendenza" dopo 12 mesi di rallentamento dei prezzi, che hanno portato il tasso di inflazione dal 4,1% di un anno fa al 'tasso zero' registrato a luglio. I tecnici dell'Istat segnalano che l'accelerazione dell'andamento dei prezzi di agosto dipende da una forte crescita tendenziale nel settore dei servizi (+1,6%), ma soprattutto da un 'rimbalzo' dei prezzi dei beni energetici, che sono tornati a crescere: +0,5% rispetto a luglio 2009. Nuovi aumenti, in particolare, per benzina verde (+1,8%) e gasolio (+3%). Tra i servizi, salgono i prezzi di quelli postali, dei trasporti ferroviari e marittimi e degli stabilimenti balneari. Continuano a calare, invece, i prezzi dei beni alimentari: la pasta di semola di grano duro è diminuita dello 0,1% rispetto a luglio e del 2,1% rispetto ad agosto di un anno fa. In calo anche frutta e verdura, diminuiti dell'1,1% su base mensile (ma aumentati del 2,3% su base annua). E rallenta anche il costo del pane. In generale, gli aumenti su base mensile più significativi si sono verificati per i trasporti (+1,8%) e il settore "ricreazione, spettacoli e cultura" (+0,6%). Variazioni mensili negative si sono verificate per abitazione, acqua, elettricità, combustibili e comunicazioni (-0,3%).

LE REAZIONI - Per il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il dato dell'Istat "conferma i sintomi di ripresa dell'economia e allontana i rischi di deflazione". Ottimismo rispedito al mittente dal Partito democratico e dai sindacati, che invitano alla prudenza e a mettere in campo politiche di sostegno ai redditi fissi. Preoccupate anche le associazioni dei consumatori, che temono già una nuova stangata a settembre per le famiglie e chiedono di 'sterilizzare' i rialzi su carburanti e bollette energetiche.

VENDITE IN CALO - Confcommercio e Confesercenti chiedono di leggere i dati sull'inflazione evitando allarmismi. Ma puntano l'attenzione su un'altro dato diffuso oggi dall'Istat, ritenuto "preoccupante": quello relativo alle vendite al dettaglio, che a giugno sono calate dello 0,8% rispetto ad un anno fa. A soffrire di più, ancora una volta, i negozi di dimensioni medio-piccole (-1,5%), mentre spiragli di ripresa si aprono per la grande distribuzione, che ha visto aumentare le vendite a dello 0,3% annuo.

DEFLAZIONE IN UE - Ancora in calo, invece, i prezzi in Europa: secondo la stima flash di Eurostat, ad agosto in Eurolandia si attesteranno a -0,2%. In luglio l'indice dei prezzi al consumo nei 16 Paesi della zona euro era stato pari a -0,7%.

CARBURANTI SPINGONO AUMENTI COSTI TRASPORTI
C'é la crescita del prezzo dei carburanti dietro la prima inversione di tendenza del tasso di inflazione negli ultimi 12 mesi. Nel mese d'agosto, secondo i dati preliminari dell'Istat, la benzina è aumentata dell'1,8% rispetto a luglio, mentre il gasolio è salito del 3%. Due rialzi che hanno impattato sull'intero comparto dei trasporti, che ha messo a segno un rialzo dell'1,8% su base mensile. Nel mese di agosto, infatti, la verde è viaggiata intorno agli 1,3 euro di media, mentre il gasolio sopra gli 1,11 euro al litro.
Rialzi consistenti rispetto ai valori di luglio, quando la benzina era intorno agli 1,27 euro ed il gasolio a 1,08 euro. Sembra più confortante il quadro su base annuale, dove la benzina scende dell'11% ed il gasolio del 22,5%. In entrambi i casi, però, i ribassi sono sensibilmente inferiori rispetto al -36% fatto segnare dal prezzo del petrolio, che all'agosto del 2008 veleggiava intorno ai 113 dollari al barile, dopo il record storico di 147 dollari fatto segnare a luglio, mentre nel mese di agosto 2009 si è attestato mediamente poco sopra i 70 dollari. Anche se i prezzi del petrolio e dei carburanti non sono direttamente confrontabili, visto che le variazioni di benzina e diesel sono correlate a quelle che si verificano sul mercato internazionale del Platts, è comunque evidente una differenza di 'performance' fra il greggio e i carburanti. E' proprio questo aspetto a preoccupare maggiormente i sindacati. "Con un prezzo del petrolio che si attesti sopra gli 80 dollari, così come per effetto della massa di liquidità immessa sul mercato nelle principali economie mondiali, l'inflazione potrebbe schizzare attorno al 2,5%", spiega Agostino Megale, segretario confederale della Cgil. Anche Confcommercio, sottolinea come il dato sull'inflazione di agosto, "riflette essenzialmente le tensioni sui carburanti, indotte dagli andamenti internazionali", mentre i consumatori del Codacons chiedono al Governo di "intervenire immediatamente sul costo della bolletta energetica e dei carburanti, sterilizzando questi aumenti". L'Unione Petrolifera ribadisce che gli andamenti dei prezzi dei carburanti in Italia sono del tutto coerenti con il mercato internazionale, sottolineando che nel mese di agosto il prezzo della benzina sul Platts è calato di 12,8 centesimi rispetto ad agosto 2008 (+3,2 cent rispetto a luglio 2009), mentre il prezzo industriale in Italia è sceso di 12,7 cent (+2,6 cent su luglio) e quello al distributore per effetto dell'Iva è calato di 15,3 cent (+3,1 cent). Cifre che molto probabilmente le compagnie porteranno all'attenzione di Mr Prezzi, nell'incontro fissato per venerdì prossimo al Ministero dello Sviluppo Economico, che servirà quindi a far luce sull'andamento dei costi dei carburanti in Italia.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_1648836090.html
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi takion il 12 set 2009, 18:37

Ed ancora in molti "là sopra" continuano a dire che la crisi è in rallentamento...ma si sono accorti che non è iniziata l'altro ieri? Facile dire "beh abbiamo perso solo 1.000.000 di euro" se in banca se ne hanno almeno 3.000, però sarebbe meglio scendere a terra e girare tra la gente comune, che si incontra ogni giorno. Forse allora capirebbero che per cessare veramente, devono vedere quando cessa dal basso e non dall'alto, ove si trovano loro...infatti Beppe Grillo gliel'ha detto "Siamo un virus che parte dal basso, e non ci fermerete!" ...Quel virus è la collettività che rivuole la propria vita!

2009-09-12 16:17
CGIA: QUASI DUE MILIONI (7,9%) I DISOCCUPATI IN ITALIA

VENEZIA - In Italia, nel primo trimestre di quest'anno, la percentuale dei disoccupati ha toccato il 7,9% con un aumento, rispetto al terzo trimestre del 2008, del +1,8%. A indicarlo uno studio della Cgia di Mestre secondo il quale in termini assoluti i senza lavoro sono 1.982.000. Probabilmente a fine anno, secondo le previsioni di Cgia, in Italia si raggiungerà un tasso di disoccupazione medio dell'8,8% che corrisponderà ad oltre 2 milioni e 200 mila persone senza un lavoro.

Ma nel resto d'Europa le cose non vanno meglio. Anzi. Sempre al 31 marzo del 2009 in Spagna il tasso di disoccupazione era pari al 17,4% (+ 6% rispetto a settembre 2008), in Francia all'8,7% (+ 1,3% sul 3° trim. 2008) e in Germania all'8,5% (+0,9% su settembre 2008). Solo il Regno Unito registrava un tasso di disoccupazione inferiore al nostro pari al 7,1% (+1,3% su settembre 2008). Le percentuali sono valori medi nazionali che presentano delle differenze territoriali molto evidenti, soprattutto in Italia.

"Per questo - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - abbiamo cercato di capire qual è la percentuale dei senza lavoro nelle aree più industrializzate del nostro Paese confrontandola con i livelli di disoccupazione registrati nelle regioni più ricche d'Europa". Secondo i risultati Cgia nel marzo di quest'anno, il tasso di disoccupazione del Piemonte ha toccato il 7%, quello della Lombardia il 5%, nel Veneto il 4,7% e in Emilia Romagna il 4,1%. Sempre nello stesso periodo nelle tre regioni più ricche della Germania la disoccupazione ha raggiunto l'8,9% nella Nordrhein-Westfalen, il 5,1% in Baviera e il 4,8% nel Baden-Wurttemberg. In Francia, invece, nella Provenza-Alpes- Costa Azzurra la disoccupazione è salita al 10,3% nella Rhone-Alpes all'8,1% e nell'Ile-de-France al 7,4%. Nel Regno Unito la regione londinese ha segnato l' 8,2%, il South-West il 7,9% e il South- East il 5,3%. Sconcertante la situazione dei senza lavoro in Spagna. La Catalogna presenta una disoccupazione del 16,2%, la Comunidad de Madrid del 13,5% e l'Andalusia addirittura del 24%. "Da questo confronto emerge in maniera molto chiara - conclude Bortolussi - che nonostante un progressivo aumento dei disoccupati anche nelle regioni settentrionali, non siamo un Paese alla deriva".


http://temporeale.libero.it/libero/fdg/3188130.html
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi Cortez il 13 set 2009, 15:05

nella mia regione nel giro di un'anno hanno chiuso circa 400 imprese. Ora stanno riaprendo le attività dopo la pausa estiva ma non si notano miglioramenti: al contrario parecchie attività che hanno chiuso ad agosto, ora non hanno riaperto...
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi takion il 13 set 2009, 15:48

Spero per loro che riescano a proseguire, ma non auguro di dover "reggere" perché è troppo dura! Una ditta deve poter produrre, vendere, pagare chi lavora là dentro, ed avere i propri ricavi.

Purtroppo in troppi vogliono ricavi enormi a danno di tutto il discorso economico, loro lavoratori compresi...e questo prima o poi cade inesorabilmente.
Se ti mangi il terreno sotto i piedi, come fai a camminare? Mi sembra semplice, no? C'è una situazione totalmente sbilanciata: troppo di là e nulla di qua, quindi è normale che la gente non spenda, dato che non ne ha. Inutile dare incentivi a banche e imprese, anzi ridicolo, perché in breve si ritroveranno allo stesso punto, visto che non c'è chi spende! Inutile e stupido consumismo!
Qui va applicato il sociale vero (non le parole)!
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi Cortez il 13 set 2009, 16:02

concordo! e sopratutto andrebbe abbandonata la dilagante metalità del "tutti contro tutti"!
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Re: Crisi di settembre

Messaggiodi takion il 14 set 2009, 14:28

A volte fatico a credere che quelli che dicono che "la crisi è passata" lo dicano solo per un proprio interesse, anzi mi sembra più che lo facciano in modo sadico e da presa per fondelli...però spero di sbagliarmi. Come si può continuare a sostenere il contrario di ciò che sta accadendo ed è di fronte agli occhi di tutti?

Non che soldi non ce ne siano, ma solo che non circolano in quanto sul mercato l'offerta è scarsa, molta gente preferisce lasciarli in banca a "fruttare". Solo la classe più in basso (anziani, molti studenti, disoccupati, cassa integrati etc) se ne rende conto e prova sulla propria pelle il risultato di una politica sballata e tendente allo spreco estremo. Non può continuare così ancora per molto...Hanno detto che ci sarà un piccolo miglioramento nel 2010? Bene: già stanno pensando a come mangiarselo! A fine anno diranno che si chiude con un +XXX mentre subito dopo l'epifania, che strano si sarà ancora i rosso... Come si spiega? E che scuse prenderanno?

Intanto ecco un altro risultato...
BRUXELLES - Il Pil italiano si attesterà nel 2009 a quota -5%. Questa la stima della Commissione europea, che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del nostro Paese diffuse la scorsa primavera (-4,4%, ndr). Tuttavia, sottolinea l'esecutivo europeo, in Italia «dopo una profonda recessione è in atto un graduale miglioramento». È infatti «attesa nella seconda metà del 2009 una debole ripresa che comporterà un piccolo impulso di crescita positivo nel 2010».

EUROLANDIA - Quanto al Pil di Eurolandia e dell'intera Ue, Bruxelles prevede che si attesterà alla fine del 2009 a quota -4%. «Stiamo uscendo dalla recessione - sottolinea la Commissione europea nel pubblicare le sue nuove stime - ma il livello di incertezza resta elevato». Secondo le previsioni dell'esecutivo europeo (si tratta di quelle intermedie che tengono conto solo delle principali economie del vecchio Continente), nel 2009 la Germania chiuderà a -5,1%, la Spagna a -3,7%, la Francia a -2,1%, l'Italia a -5,0%, l'Olanda a -4,5%, il Regno Unito a -4,3%. La Polonia chiuderà a +1,0%.

LA CRISI - Presentando le nuove previsioni dell'esecutivo europeo su Pil e inflazione, il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha spiegato che «la situazione è migliorata» ma che «un'economia debole continuerà ad avere conseguenze sull'occupazione e sulle finanze pubbliche».

Si attacchino alla manovella!
http://www.corriere.it/economia/09_settembre_14/pil_italia_stime_ue_3e261886-a10d-11de-9cad-00144f02aabc.shtml
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