Non catastrofismo, ma attenzione

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Non catastrofismo, ma attenzione

Messaggiodi takion il 11 giu 2009, 22:40

Tra i tanti problemi già esistenti eccone un altro con tanto di allarme già lanciato...

PRIMA che il nostro Sole giunga alla sua fine facendo evaporare il nostro pianeta, oppure prima che un gigantesco asteroide si scontri con la Terra e ancor prima che una stella, passandoci vicino, ci strappi dalla nostra orbita, il nostro Pianeta potrebbe avere una fine violenta in seguito allo scontro con i pianeti a noi più vicini: Mercurio, Venere e Marte.

L'evento scatenante sarebbe da ricercare nel pianeta Mercurio, il quale pur avendo dimensioni molto piccole rispetto agli altri pianeti (4.878 km contro i 12.736 della Terra) potrebbe innescare un'alterazione delle loro orbite, il cui risultato sarebbe una catastrofe planetaria.

E' questa la conclusione di una nuova simulazione al computer che tiene conto delle più piccole variazioni di orbita che possono subire i pianeti nei prossimi milioni o prossimi miliardi di anni. Va detto infatti, che anche se a noi sembra che le orbite dei pianeti siano stabili nel tempo, così non è, in quanto l'attrazione reciproca tra i corpi del sistema solare le fanno variare anche di pochi metri al secolo e questo sull'arco di centinaia di milioni di anni può avere conseguenze importanti.

Lo studio è stato realizzato da ricercatori dell'Osservatorio di Parigi e pubblicato su Nature. E dimostrerebbe che una serie di fenomeni astrali potrebbero far sì che l'orbita di Mercurio arrivi ad allungare il suo asse maggiore fino al punto da intersecare l'orbita di Venere. A quel punto si verrebbe ad avere una tale alterazione dell'orbita di Mercurio stesso che potrebbe essere eiettato al di fuori del sistema solare, oppure finire inghiottito dal Sole o essere proiettato verso la Terra con la quale verrebbe a scontrarsi.

A questa conclusione gli autori della ricerca, Jacques Laskar e Mickael Gastineau, sono giunti dopo aver simulato 2.501 scenari del nostro sistema solare in ciascuno dei quali si è ipotizzata una piccola variazione di orbita (dell'ordine di pochi metri) dei pianeti più vicini a noi. Nel 25% dei casi sarebbe Mercurio il pianeta più esposto ad una profonda modifica della sua orbita che lo porterebbe ad incrociare quella di Venere. A quel punto anche gli altri pianeti più vicini al Sole subirebbero delle forti alterazioni orbitali.

In una percentuale molto bassa l'alterazione sarebbe così consistente che tra 3,3 miliardi di anni Marte, Venere, Mercurio potrebbero scontrarsi con la Terra. In ben 200 casi, dei 2501 scenari previsti dai ricercatori, due pianeti interni verrebbero a scontrarsi tra loro e la Terra sarebbe coinvolta in 48 casi.
"Da questa simulazione, ciò che risulta più sorprendete è il fatto che l'alterazione dell'orbita di Mercurio può influenzare anche quelle di Venere e della Terra", ha detto Laskar.

Ma cosa farebbe di Mercurio la boccia planetaria che altererebbe una situazione che sembra essere assai stabile? "La causa di tutto ciò è da ricercare nel pianeta Giove, il quale con la sua enorme massa ha un'influenza gravitazionale notevole sull'orbita del piccolo pianeta vicino al Sole", ha spiegato l'astronomo.
Tale influenza, nell'arco di centinaia di milioni di anni, sarebbe sufficiente dapprima ad allungare la sua orbita e poi a spingerlo al di fuori della stessa.

Che lo scontro tra pianeti sia una realtà è già stato dimostrato da quanto osservato attorno alla stella SM1207B, dove sono state trovate le evidenze dello scontro tra almeno due pianeti e, d'altra parte, sembrerebbe ormai certo che circa 4 miliardi di anni fa un oggetto grande come Marte si scontrò con il nostro pianeta e dal fenomeno nacque la Luna

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/scienze/fine-pianeti/fine-pianeti/fine-pianeti.html?ref=hpspr1
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Re: Non catastrofismo, ma attenzione

Messaggiodi takion il 14 lug 2009, 10:06

Questo thread risale a poco più di 1 mese fa, però la musica non è cambiata e ciò nonostante i molti politici si siano messi a blaterare che la crisi non esiste, e frutto di invenzione e cosa psicologica...logicamente con i miliardi che hanno accumulato, non risentono dei cambiamenti... ma gli anziani pensionati, che ne pensano? E' passata la crisi secondo loro?

ISEE? E ICECRAM e I-SCREAM? Che ne sapete?

ROMA - La cifra è 18.892 euro ed è il reddito medio an­nuo — pari a 1.453 euro lordi mensili contando la tredicesi­ma — degli italiani che risul­ta dalle dichiarazioni presen­tate al fisco nel 2008 da 41 mi­lioni di contribuenti. Si tratta quindi dei guadagni maturati nel 2007, quando la crisi era solo alle porte, e non stupisce quindi che abbiano fatto regi­strare un aumento del 3,1% ri­spetto al 2006. Il dato cambia da regione a regione col Nord-Ovest che mostra un reddito medio di 21.480 euro e all’opposto il Sud e le isole con circa 6 mila euro in meno. In ogni caso, secondo i dati del Dipartimen­to delle Entrate che anticipa­no i risultati delle dichiarazio­ni dello scorso anno, sono cresciuti di più, del 2%, i red­diti da lavoro autonomo pari nella media a 37.124 euro che quelli, aumentati dell’1%, per­cepiti dai dipendenti pari a 19.335 euro. Le pensioni so­no invece passate, sempre nella media, da 13.046 a 13.448 euro, con un incre­mento del 3%, e quelli da par­tecipazione da 19.254 a 19.927 euro (+3,5%).

META' SOTTO I 15MILA EURO - Ma al di là dei dati medi, spicca il fatto che la metà dei contribuenti italiani, cioè uno su due, ha dichiarato al fisco meno di 15.000 euro di reddito e che i ricchi con più di 200.000 euro di entrate l’anno sono solo lo 0,2% del totale. Restando nella fascia più bassa di reddito, ci sono differenze significative tra le diverse tipologie di lavoro: co­sì dichiara un imponibile sot­to la soglia dei 15 mila euro il 34,8% dei dipendenti, il 22% degli autonomi e il 59% dei pensionati. In ogni caso l’80% dei contribuenti ha dichiara­to fino a 26 mila euro l’anno.

SOCIETA' IN PERDITA - Le statistiche del Diparti­mento delle Entrate del mini­stero dell’Economia si soffer­mano anche sulle dichiarazio­ni delle persone giuridiche. Ebbene, quasi una società di capitali su due, nel 2008, di­chiarava al fisco di essere in perdita. Emerge poi che era­no circa 520 mila le società che mostravano un utile, mentre erano 419 mila quelle in perdita. Le società di capi­tali hanno quasi raggiunto il milione di unità, con una cre­scita del 2,9% rispetto all'an­no precedente, ed oltre un quinto risiedeva in Lombar­dia. La Lombardia del resto si è confermata regina dei redditi individuali fra le regioni ita­liane, con una media di 22.460 euro per le dichiarazio­ni 2008 (relative al 2007), qua­si il doppio dei 13.410 della Calabria. Al secondo posto si piazza il Lazio con 21.130 eu­ro in media. Seguono Emilia Romagna (20.450 euro) e Pie­monte (20.030 euro). In fon­do alla classifica, la Calabria è preceduta, a breve distanza, da Basilicata (14.180 euro di reddito medio dichiarato) e Puglia (14.770 euro), mentre la Sicilia è quartultima a 15.160 euro. Nel 2008 l'imposta media pagata in base alle dichiarazio­ni dei redditi per le persone fi­sica è salita a 4.675 euro, con un aumento del 4,4% rispetto ai 4.477 euro dell'anno prece­dente.

SCONTI ENERGETICI - I contribuenti fino a 15 mila euro hanno pagato poco più del 6% dell'imposta tota­le, quelli che hanno dichiara­to fino a 26 mila euro il 31,6%. I pochi (erano 75.689 di cui 43 mila lavoratori dipenden­ti) che hanno denunciato più di 200.000 euro hanno invece versato oltre l'8% del totale. Dalle dichiarazioni emerge in­fine il successo degli sconti fi­scali del 55% per il risparmio energetico: sono stati utilizza­ti da oltre 185.000 contribuen­ti. Il cuneo fiscale, introdotto nel 2007 sull'Irap, è piaciuto soprattutto alle società più grandi.

http://www.corriere.it/economia/09_luglio_13/italiani_dichiarazioni_reddito_df0900b0-6fda-11de-bf72-00144f02aabc.shtml
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