ROMA - L'autunno tentenna tra nubifragi e alte temperature, poche le caldarroste, ma l'appuntamento con il vino novello resta una certezza, e un rituale atteso quasi quanto Babbo Natale. Da domani, arrivano in commercio oltre 11,5 milioni di bottiglie. Una produzione che rappresenta quest'anno meno dello 0,18% del Made in Italy. Su cui le aziende enologiche tornano a puntare, convinte che - attraverso questo bere versatile, giovane e conviviale, e soprattutto alla portata di tutte le tasche - si arrivi a fatturare circa 52,5 milioni di euro, secondo dati stimati da VeronaFiere-Civiltà del bere.
Un vino di nicchia, e al contempo di tutti, grazie al prezzo medio di 4,7 euro la bottiglia e al suo gusto moderno. Il novello sta dunque diventando un rito di stagione e il 38% degli amanti del buon bere ne acquista almeno una bottiglia ogni anno. A registrare un "rinascimento del novello" è proprio l'evento espositivo 'Anteprima novello', per la prima volta a Verona con 60 aziende espositrici tra le più note del Vigneto Italia. Nella città scaligera, come ha sottolineato il presidente di VeronaFiere Luigi Castelletti, "l'ente fieristico ha messo a disposizione l'esperienza di 40 anni di Vinitaly per rilanciare, dopo un ciclo di declino dei consumi, il prodotto, in particolare nei canali ristorazione, catering e nelle enoteche.
Nel nostro panorama produttivo il novello - ha sottolineato Castelletti - ha una sua dignità, spazio di mercato e possibili sviluppi nelle vendite all'estero. Basti pensare che i francesi con solo un monovitigno, il Beaujolais Nouveau, hanno esportato in Giappone 12 milioni di bottiglie, praticamente tutta la produzione italiana di un anno. L'Italia però ha una offerta variegata legata al patrimonio di oltre 60 vitigni vocati, da Nord a Sud. Una sfida aperta sui mercati su cui dobbiamo andare tutti insieme", auspica il presidente di VeronaFiere.
Oltre al Consorzio del Bardolino, unico disciplinare a prevedere la Doc anche per il novello, tra i primi a crederci è il ministro delle Politiche agricole. Secondo Luca Zaia quella del vino Novello "é una fascia di mercato a cui dobbiamo guardare per ottenere nuovi business e per essere in grado di soddisfare i gusti di tutti i consumatori.
E' così in Francia; non vedo perché non possa essere lo stesso in Italia". Ed è stato proprio Zaia a dare il via alla stagione 2008 del novello, ieri a mezzanotte con il deblocage della prima bottiglia al Palazzo della Gran Guardia durante uno spettacolo-evento mediatico, in collegamento diretto con la Casina Valadier a Roma dove ha fatto gli onori di casa l'esperto di vini Luca Maroni. Tra il 6 novembre e dicembre, momenti clou della commercializzazione, il Novello rappresenta il 10% delle vendite di vino nella grande distribuzione organizzata (Gdo).
"Sono numeri - commentano i promotori di Anteprima Novello - che dimostrano il radicamento di questo vino nelle abitudini dei consumatori e che rappresentano un'iniezione di liquidità per le aziende che lo producono a solo un mese e mezzo dalla vendemmia. Le imprese per prime devono credere nelle potenzialità di questo vino offrendo agli enoappassionati un vino di qualità. In caso contrario, si assisterebbe a un impoverimento dell'offerta enologica nazionale a favore di altri prodotti. Un lusso che in questo momento nessuno si può permettere". Sono un centinaio le etichette italiane esportate (12%) in una ventina di Paesi (in testa Germania, seguita dal Giappone), per un totale di 1,29 milioni di bottiglie.
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Tanto si sa: uno ubriaco che sgozza gente, fa meno scalpore del giovane sorpreso a farsi uno spinello, e questo grazie ai politici che ne fanno sempre il loro cavallo di battaglia...addirittura coniano nuovi termini "enoappassionati".
Sempre business, eh signori politici del cavolo? A voi però quanto arriva in tasca, per permettere tale gioco? Sarebbe ora di saperlo!!!