ROMA - La richiesta al Consiglio di Stato di revocare l'ordinanza che ha riammesso alle politiche la Dc di Pizza e un ricorso alle sezioni unite della Corte di Cassazione per decidere una volta per tutte la competenza sulle questioni elettorali. E' la replica del Viminale alla decisione di martedi' sera del Consiglio di Stato, cosa, secondo quanto questa mattina aveva detto lo stesso ministro dell'Interno Giuliano Amato, potrebbe comportare il rinvio delle elezioni. Un vero e proprio terremoto politico-giuridico, quello scatenato dalla decisione dei giudici amministrativi della quinta sezione del Consiglio di stato, una decisione cautelativa, mentre in realtà la decisione sul merito, l'ammissione o meno del simbolo della Dc di Pizza respinto perché simile ad altri, sarà affrontata dal Tar del Lazio, ma non è stata ancora fissata la data della trattazione. Anche perché sarebbe stato presentato un ricorso ordinario e non in via breve come previsto per le questioni elettorali.
Lo stesso Pizza, ribadiva ancora nel pomeriggio che era necessario rinviare la data delle elezioni per permettergli di usufruire, come prevede la legge, di 30 giorni di campagna elettorale, quando invece ne mancano appena 11. Ma per tutto il giorno è stato un coro di no da parte di tutte le forze politiche, da Berlusconi a Veltroni, a Prodi, a tutti i candidati premier, con un richiamo al senso di responsabilità dello stesso Pizza, per invitarlo cioé a rinunciare alla richiesta. Peraltro, se anche non si rinviasse il voto, ma "semplicemente" venisse riammessa la Dc e i suoi candidati, bisognerebbe ristampare tutte le schede: una cosa che, assicurano al Viminale, può essere fatta anche solo in una notte, ma di un costo non immediatamente quantificabile. A mettere i puntini sulle "i" era stato in mattinata lo stesso titolare del Viminale: "a noi stamane viene comunicata una decisione cautelare che potrebbe essere modificata dal giudizio di merito per la riammissione di una lista. Questa è una procedura non prevista dalla legge elettorale che può avere tempi indefiniti, alla quale tuttavia bisogna conformarsi, e quindi al momento non posso escludere che essa comporti un rinvio della data delle elezioni".
In serata il Viminale rendeva nota la decisione di voler "resistere" alla decisione del consiglio di Stato, incaricando l'Avvocatura di avanzare istanza di revoca dell'ordinanza, essendo ormai iniziato il procedimento elettorale, oltre a proporre ricorso alle sezioni unite della Corte di Cassazione per un regolamento preventivo di giurisdizione per risolvere una volta per tutte la questione della competenza a giudicare sul processo elettorale. "Qualcuno parla di matassa ingarbugliata - ha affermato il sottosegretario agli Interni Alessandro Pajno - ma non è così, e comunque il ministero dell'Interno si è mosso affinché venga accertato di chi è la competenza di decidere sul processo elettorale.Il fatto che la matassa sia, secondo alcuni, ingarbugliata, giustifica ancora di più le due decisioni assunte dal Viminale. Speriamo ora che i tempi delle risposte siano tempestivi". Ed evitare così, per esempio, il precedente delle comunali di Messina del 2005, quando per la riammissione da parte del Tar della lista del Nuovo Psi di De Michelis, vennero annullate le elezioni, e il comune è ancora commissariato: si voterà il prossimo 15 e 16 giugno.
PRODI: FARE DI TUTTO PER EVITARE RINVIO
"Mi sembra che si debba fare di tutto, nei limiti della legge, per evitare qualsiasi rinvio delle elezioni". Così il premier Romano Prodi risponde ad i cronisti a Bucarest che gli chiedono un commento sull'ordinanza del Consiglio di Stato che riammette la Dc alle liste elettorali. Il processo elettorale "é già stato iniziato ed interromperlo sarebbe estremamente grave", ha aggiunto Prodi, ricordando ad esempio che "i militari all'estero hanno già votato".
BERLUSCONI: SPERO NON SI RINVII VOTO
Silvio Berlusconi si augura che le elezioni non vengano rinviate perché "sarebbe tempo perso per tutti e per l'Italia". Lo dice a margine del suo intervento all'Ance, commentando l'apertura di Amato alla possibilità di rinviare le elezioni politiche. Il leader del Pdl ha fatto poi appello "al senso di responsabilità della Dc affinché accetti di partecipare alle elezioni rinunciando ai 15 giorni di campagna elettorale persi".
Il Cavaliere ha fatto poi un appello "ai media" per far recuperare alla Dc gli spazi televisivi e radiofonici di cui non ha potuto usufruire nei giorni scorsi.
VELTRONI: ASSOLUTAMENTE CONTRARIO A RINVIO VOTO
"Sono assolutamente contrario al rinvio delle elezioni. E' un problema aperto nella destra e la destra lo deve risolvere". Lo afferma il candidato premier del PD, Walter Veltroni, commentando la questione del possibile rinvio del voto in seguito all'accettazione del simbolo della Dc di Pizza. "Rinviare le elezioni - sottolinea Veltroni - non è mai successo nella storia d'Italia e vorrei che non succedesse. Si tratta di un problema loro. Se lo risolvano. Impediscano all'Italia di fare una brutta figura". Al termine di un pranzo con la famiglia Scudu, dove la padrona di casa, la signora Eleonora compie 100 anni il prossimo 11 aprile, Veltroni ribadisce di essere "per tenere le elezioni nella data prevista". "Tutto - sottolinea - é già stato organizzato e ci manca solo che cambiamo la data. Del resto - prosegue l'ex sindaco di Roma - si tratta di un loro alleato, quindi se ci vogliono fare un'alleanza assieme saranno almeno in grado di convincerlo a non fargli rinviare le elezioni. Spero che si riesca a risolvere questo problema perché, anche nella sostanza, sarebbe una cosa inaccettabile". A chi gli chiede se un eventuale rinvio, tenuto conto del recupero del Pd sul Pdl, potrebbe aiutarlo, Veltroni replica: "Non ne abbiamo bisogno. Per noi le elezioni si fanno il giorno in cui si devono fare". Più tardi, nel comizio, riprende questo punto: "Ogni giorno che passa va meglio. Quello che sembrava impossibile, poi è diventato possibile, è assai probabile".
D'ONOFRIO (UDC): COSTITUZIONE NON CONSENTE RINVIO
"La Costituzione non prevede il rinvio delle elezioni oltre il 16 aprile" data legata ai 70 giorni che partono dallo scioglimento del Parlamento avvenuto il 6 febbraio. Lo sostiene il capogruppo dell' Udc al Senato Francesco D'Onofrio, costituzionalista, che osserva come la decisione del Consiglio di Stato di accogliere il ricorso della Dc di Giuseppe Pizza apre "una delicatissima fase giuridico-costituzionale". "Regola fondamentale di una democrazia - sottolinea D'Onofrio - è certamente quella che prevede che in caso di scioglimento delle Camere le elezioni si svolgano, comunque, non oltre la data specificamente prevista dalla Costituzione. L'articolo 61 della Costituzione espressamente prevede a tal riguardo che le elezioni si debbano svolgere entro settanta giorni dalla fine della legislatura". "La decisione del Consiglio di Stato - spiega D'Onofrio - deve pertanto essere resa coerente con questa rigida disposizione costituzionale. Considerando che il decreto di scioglimento delle Camere è intervenuto il 6 febbraio scorso, il termine ultimo perché si svolgano le elezioni pertanto è il sedici aprile: non sembra di conseguenza sussistere alcuna possibilità di rinvio delle elezioni a data successiva al sedici aprile".
BERTINOTTI: VOTO IN TEMPI, RISCHIO PARTECIPAZIONE
"Se una campagna può protrarsi per tempi indefiniti a rischio è la partecipazione elettorale".Lo afferma il leader della Sinistra Arcobaleno, conversando con i cronisti, a proposito dell'ipotesi di un rinvio delle elezioni. "Naturalmente - prosegue - ci sono dei diritti che tocca solo agli organismi competenti riconoscere in quanto esistono. Io posso fare una considerazione politica: certo che se si è pressoché alla fine della campagna elettorale questa non avrebbe una conclusione fisiologica, è chiaro che ci sarebbe uno smarrimento nel Paese, verrebbe percepita da tutti come la dilatazione dell'incertezza a qualunque fenomeno che riguardi la vita organizzata e sociale".
STORACE: SU PIZZA AUTOGOL DI BERLUSCONI
"Su Pizza l'autogol più clamoroso è quello di Silvio Berlusconi". Così Francesco Storace, segretario de La Destra, ha commentato la riammissione della Dc alle elezioni. "Sono settimane - ha detto Storace - che Berlusconi offende gli italiani dicendo che si vota per lui o per Veltroni e adesso si deve inginocchiare di fronte a un simbolo che ha inventato per dar fastidio a Casini, per evitare il rinvio delle elezioni. Arriva persino a invocare i media di dare spazio alla dc, dopo aver preteso l'abrogazione della par condicio. E' proprio vero - conclude Storace - dopo Mortadella, arriva Pizza".
PIZZA: 'CHIEDIAMO SEQUESTRO SIMBOLO UDC'
"L'esclusione dalla competizione politica nazionale non è dovuta ad una nostra responsabilità, ci siamo battuti fino in fondo contro un provvedimento iniquo e sbagliato, l'ordinanza del Consiglio di Stato ci ha dato ragione ed ora abbiamo diritto di svolgere la campagna elettorale come tutti gli altri partiti". Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Giuseppe Pizza, ai microfoni di Infoparl.it, che ha diffuso il testo dell'intervista. "Già ci è capitata la stessa vicenda per le elezioni amministrative dello scorso anno - continua Pizza - e tre Tribunali amministrativi regionali e il Consiglio di Stato ci avevano dato ragione, stavolta abbiamo ottenuto una conferma più difficile, perché il ministero dell'Interno ha preso una decisione politica e non amministrativa". "Ci siamo attivati per far sequestrare il simbolo Udc, che viene ancora usato illegittimamente nonostante la sentenza che autorizza solo la nostra formazione politica ad utilizzare lo scudo crociato", conclude.
fonte ansa