Bufera al San Camillo: sanitari allergici ai guanti
Infermieri e fisioterapisti allergici ai guanti, ostetriche che non possono sollevare pesi, caposala con problemi motori. Sembra un paradosso ma non lo è.
Sono più di cinquecento i lavoratori del San Camillo-Forlanini a cui sono state riscontrate patologie che li esonerano dai compiti che dovrebbero svolgere nei reparti ospedalieri. A conti fatti, un infermiere su cinque.
Dopo il rapporto dei medici il direttore generale dell'azienda sanitaria, Luigi Macchitella, ha scritto una lettera alla Regione, girandogli il caso. In una nota inviata ai sindacati il numero uno del nosocomio spiega: «Risulta che un significativo numero di personale è stato dichiarato inidoneo allo svolgimento delle proprie mansioni e, quindi, al servizio. In particolare, i medici competenti hanno complessivamente accertato 625 fattispecie di inidoneità o di idoneità con prescrizione, esoneri e limitazioni varie riguardanti 516 unità di personale».
Ieri mattina le organizzazioni sindacali si sono riunite per discutere il caso, visto che, scrive sempre Macchitella, «il citato personale non può essere concretamente assegnato e utilizzato nelle strutture di questo ente che erogano prestazioni assistenziali di ricovero».
La situazione peggiore è quella degli infermieri che, continua il direttore generale nell'informativa spedita ai sindacati, «non possono essere adibiti allo svolgimento di compiti presso le strutture ambulatoriali dell'azienda» o negli uffici amministrativi. Insomma, il San Camillo-Forlanini non sarebbe in grado di utilizzare i dipendenti inabili per altre mansioni.
Di qui l'inevitabile proposta alla Regione Lazio: trasferire questi lavoratori alle Asl che decideranno come impiegarli. Macchitella ne è convinto, non esiste un'altra soluzione: «Certo ci sono sempre stati lavoratori con patologie ma negli anni sono aumentati e adesso siamo giunti a questo punto. Se si va avanti così rischiamo di chiudere i reparti».
Un allarme comunicato anche alle organizzazioni sindacali: «Durante il corso dell'anno vengono ciclicamente rilevate assenze del personale dipendente del ruolo sanitario con conseguenti difficoltà organizzative proprio nell'ambito dei reparti e delle strutture deputate alle attività di degenza ordinaria». Assenze che non è possibile coprire con i dipendenti che risultano inabili proprio «in ragione delle citate prescrizioni e limitazioni allo svolgimento di compiti di assistenza diretta».
I disagi vengono da lontano: «Nessuno si è mai occupato di risolvere questi problemi - precisa Macchitella - I vecchi manager hanno continuato a incrementare le assunzioni senza stabilire un piano generale. Adesso bisogna fare qualcosa».
I risultati delle visite mediche parlano chiaro: 267 infermieri non possono sollevare pesi. Nella stessa situazione si trovano cinque caposala, sette fisioterapisti, due ostetriche, due puericultrici, quattro tecnici di laboratorio e uno di radiologia medica.
Ancora: otto operatori hanno problemi motori, cinque paramedici non possono stare a contatto con disinfettanti, per ottantanove sono off limits i guanti, così come per sette fisioterapisti, quattro ostetriche, quattro puericultrici. Centosessantacinque hanno veri e propri esoneri: a lavorare di notte, all'esposizione a gas anestetici o a fare sforzi. «Adesso - conclude il direttore generale del San Camillo-Forlanini - spero che la Regione gli trovi compiti adeguati».