No-profit e no, litigano sul pc dei bambini

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No-profit e no, litigano sul pc dei bambini

Messaggiodi takion il 09 gen 2008, 16:46

Tanto per cambiare c'è chi ha già tirato fuori le unghie per i lauti introiti previsti..! :grrr:

Che sul progetto del computer per ogni bambino, conosciuto anche come il pc da 100 dollari (qui su Wikipedia OLPC One Laptop per Child) ) la Intel e Nicholas Negroponte, ideatore del programma, ci fosse stata una rottura si sapeva. Adesso però siamo al lancio dei piatti.

A raccogliere lo scambio di fulmini è BBCNews - peraltro da notare la “scrittura” di questo pezzo, che mescola una dichiarazione di Negroponte con un breve video di Paul Otellini, capo dell’azienda che costruisce processori, a testimonianza dell’affermarsi di nuovi modi narrativi. Ma torniamo al punto…

Negroponte. L’ideatore del progetto dice che la Intel ha fatto concorrenza sleale al consorzio OLPC in svariate e ripetute occasioni, proprio mentre era parte e sponsor del progetto. E cita il caso dei rapporti col governo peruviano che aveva ordinato 270 mila esemplari del pc “di Negroponte”. Al vice ministro dell’istruzione di Lima, Oscar Becerra Tresierra, la Intel sarebbe andata a proporre di comprare invece il suo Classmate, un pc dello stesso livello ma del tutto estraneo al progetto dell’organizzazione No profit di Negroponte. Dice il Professore di Cambridge alla BBC: “Dovrei essere solo diventato matto per rifiutare i sei milioni di dollari che la Intel ci aveva promesso. Ma l’ho fatto perché costoro stanno parlando esattamente con le stesse persone con le quali parliamo noi, cercando di far stracciare i nostri contratti e di vendere prodotti propri o con il loro marchio sopra. Ogni volta che li scoprivamo ci dicevano che non l’avrebbero più fatto, è un po’ come mentire alla moglie… alla fine le nostre strade si son divise”.

La Intel.Paul Otellini, capo azienda del più grande fabbricante mondiale di “motori” per computer, ha liquidato le critiche di Negroponte come “sciacquatura di piatti buona per i porci” (lui ha usato un solo termine: hogwash, si accettano traduzioni migliori della nostra). “Non voglio entrare nelle questioni specifiche ma noi adempiuto ad abbiamo ogni obbligo che ci sia stato richiesto”.

Un po’ di contesto. L’idea di Negroponte, già in discussione al Medialab del MIT di Cambridge, presso Boston, nei primi anni del decennio, prende definitivamente corpo solo nel 2005 al World Economic Forum di Davos (qui un’altra scheda Wikipedia sul progetto). Nelle intenzioni dei promotori, progettisti e visionari legati al mondo della ricerca, l’iniziativa era volta a colmare il divario nell’accesso al digitale nei paesi in via di sviluppo, mettendo a disposizione dei bambini di questi paesi computer super economici, collegati alla rete, e forniti del software open, cioè aperto e non proprietario, per sviluppare le abilità mentali e culturali.

Le difficoltà però non sono mancate, e si sono presentate sotto due forme. La prima, nella composizione del consorzio, con tentativi di tutte le grandi aziende di mettere un proprio cappello sull’iniziativa (ci hanno provato Microsoft, a lungo, poi Apple).

Ma il vero problema è nato dall’intelligenza stessa dell’idea di Negroponte. Che concependo una iniziativa di tipo sociale (ma col concorso di aziende private) che di fatto rendeva disponibili fondi per computer di prezzo bassissimo, ha di fatto “aperto” un possibile mercato di fascia bassa, basato per lo più sull’uso di denaro pubblico, nel quale le aziende americane ed altri produttori (in Cina sono stati messi a punto prodotti con caratteristiche tecniche e di prezzo anaologo) si sono mossi secondo logiche commerciali estranee all’idea iniziale dell’autore di “Being Digital”.

Ma che fosse una sfida Negroponte lo ha sempre saputo e detto. Non è detto che il No Profit stavolta perda la sua gara.


fonte la Repubblica http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2008/01/09/?ref=hpsbsx
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