SVOLTA NEL MISTERO PIPITONE
"Denise uccisa e gettata in mare"
Indagata la zia della piccola
La procura della Repubblica di Marsala indaga sulle dichiarazioni dell'ex cognato del padre naturale di Denise, che si è accusato di aver fatto sparire il corpo della bambina. Una nota: "La fuga di notizie danneggia il nostro lavoro"
MARSALA (TRAPANI), 10 dicembre 2007 - Rosalba Pulizzi, zia di Denise Pipitone, è stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito del sequestro della piccola Denise Pipitone, rapita a Mazara del Vallo l'1 settembre 2004. Secondo fonti della procura, la donna è indagata per sequestro di persona e concorso in omicidio, ed è attualmente interrogata in Procura a Marsala.
La Pulizzi è la sorella del padre naturale della bambina ed ex compagna di Giuseppe Dassaro, l'uomo che si costituì nel luglio scorso, confessando di avere ucciso la 39enne di origine elevetica Sabine Maccarrone, trovata morta il 16 aprile in un pozzo di Mazara del Vallo. Dassaro avrebbe rivelato ai magistrati di avere notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia nelle province di Palermo e Trapani su ordine della Procura di Marsala.
Il grande accusatore è Giuseppe D'Assaro. La ricostruzione della procura, basata sulle dichiarazioni di Dassaro, assegnerebbero un ruolo preciso alla sorella del padre naturale della bambina ed ex compagna dell'uomo. Ma sarebbero almeno sei le persone coinvolte e tirate in ballo da Dassaro, che già nel luglio scorso si era accusato davanti ai magistrati di avere gettato in mare il corpicino di Denise.
L'uomo ha detto al procuratore di Marsala di essere stato contattato dalla ex compagna per far sparire il corpo della bimba che all'epoca del rapimento aveva quasi 4 anni. In base al suo racconto, dopo il sequestro sarebbe stata portata nella casa di sua cognata, si sarebbe sentita male e alla fine sarebbe deceduta dopo che qualcuno le ha somministrato dei tranquillanti. A quel punto la decisione di sbarazzarsi del corpo di Denise sistemato in una borsa sportiva, trasportato fino a Palermo e, in base alle accuse dell'uomo tutte da riscontrare, sistemato da Rosalba Pulizzi in un congelatore. Per oggi pomeriggio è fissato un confronto tra l'uomo e la zia di Denise.
L'uomo sostiene di aver preso Denise e di averla gettata in mare, a largo di Palermo. Sulle dichiarazioni di Dassaro sono state effettuati diversi riscontri, molti dei quali non corrispondono a quanto sostenuto dall'uomo, soprattutto sugli spostamenti che avrebbe effettuato nei giorni cui ha fatto riferimento nei suoi racconti.
Sono tre i fascicoli aperti dalla Procura nell'ambito di questa inchiesta: uno a nome di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise per sequestro di persona, un altro nei confronti di Gaspare Ghaleb (ex fidanzato della sorellastra di Denise) per false dichiarazioni al Pm, e il terzo era a carico di ignoti.
Ma dopo quanto affermato nel settembre scorso dal procuratore di Marsala era chiaro che quest'ultimo fascicolo avrebbe riportato i nomi degli altri indagati. "Gli ignoti non sono più ignoti", aveva infatti affermato dal procuratore Antonino Silvio Sciuto, nel settembre scorso a Mazara del Vallo.
LA PROCURA
"L'ufficio della procura e la polizia giudiziaria stanno continuando a lavorare con l'impegno diretto per la ricerca della verità, ma fino a quando le indagini non saranno concluse non potranno essere date informazioni sul merito degli accertamenti in corso". In ogni caso "la fuga di notizie sulle indagini che riguardano la scomparsa di Denise Pipitone, danneggia il lavoro degli inquirenti".
Lo afferma la nota della procura di Marsala dopo la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati della zia di Denise Pipitone, Rosalba Pulizzi, che sarebbe accusata di sequestro di persona e concorso in omicidio. Il procuratore di Marsala, Silvio Sciuto, e i pm titolari dell'inchiesta, Marco Imperato e Angela Avila, "stigmatizzano la fuga di notizie", parlando di "informazioni, che peraltro contengono numerose imprecisioni, se non complete falsità, danneggiano il lavoro degli inquirenti e ledono le garanzie degli indagati, arrecando ulteriore sofferenza ai familiari della bambina".
FONTE: qn.quotidiano.net