Manifestazione Metronotte: assalto a Montecitorio

[Aragorn]

oma (Vanessa Menicucci) - Una manifestazione di metronotte dell'Istituto di Vigilanza dell'Urbe, il corpo di vigili più antico di Roma, svoltasi stamane davanti a Montecitorio, ha provocato momenti di tensione.
Il corteo, guidato dal senatore di An Domenico Gramazio, ha rotto le transenne e ha tentato di entrare dentro il Palazzo della Camera dei deputati dopo aver fatto esplodere un grosso petardo.
Un cordone delle forze dell'ordine ne ha però bloccato l'ingresso alla Camera, tra i fischi e le proteste.
I circa 250 metronotte protestano contro la precarizzazione e perché non ricevono lo stipendio da tre mesi.
La protesta, a quanto viene spiegato, è per evitare la precarizzazione degli agenti, che sono dipendenti di una società che è emanazione di un ente morale, l'Associazione nazionale combattenti e reduci.
Sull'Istituto di vigilanza dell'urbe è in corso un procedimento per la dichiarazione di insolvenza presso la sezione fallimentare del Tribunale di Roma.
Il commissario governativo che adesso lo amministra ha l'incarico di liquidare il patrimonio dei metronotte per risanare i debiti e poi cederlo sciogliendo in srl o in cooperative i vigilanti.
Questo provocherebbe fra l'altro il pre-pensionamento di 300 addetti e non sarebbe in grado di assicurare la tutela dei livelli occupazionali attuali.
In questo momento la calma sembra essere tornata.
I manifestanti non hanno però abbandonato il terreno conquistato e sono fermi a pochi metri dall'ingresso di Montecitorio, protetto da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa.
Una delegazione di cinque persone, un rappresentante per ogni sigla sindacale, è in attesa di essere ricevuta a Palazzo Chigi.
Fabio Evangelisti, vice capogruppo di Italia dei Valori alla Camera, ha commentato negativamente quanto accaduto.
"Si possono comprendere le condizioni e le esigenze che i metronotte hanno voluto porre all'attenzione dei deputati manifestando di fronte a Palazzo Montecitorio, ma è inconcepibile" ha affermato - "poter condividere o anche solo giustificare l'ignobile assalto condotto nella mattinata a suon di spintoni e di petardi".
"Vittime dell'incursione, infatti, non sono state solo le Istituzioni, ma gli stessi principi di democrazia, di dialogo e di confronto civile che dovrebbero essere tanto alla base della partecipazione politica, quanto delle manifestazioni, delle proteste o dei cortei. La protesta e il confronto non possono e non devono essere in alcun modo assimilati al concetto di violenza ma, rammarica dirlo, in Italia siamo sempre più spesso testimoni di questo preoccupante binomio".
"Per questo" - ha concluso - "diventa necessario che la politica, in primo luogo, si faccia carico di questa condizione impegnandosi ad offrire un modello di confronto pacifico e di comportamento civile".