De Magistris: la mia vita e' a rischio

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De Magistris: la mia vita e' a rischio

Messaggiodi Aragorn il 22 ott 2007, 01:01

ATANZARO - Rischio le pallottole ed il tritolo, ed il rischio è di tornare all'epoca fascista: sono alcune delle espressioni usate dal pm di Catanzaro Luigi De Magistris in interviste che compaiono oggi sui principali giornali italiani. A De Magistris ieri è stata tolta l'inchiesta Why Not a seguito dell'avocazione disposta dalla Procura generale del capoluogo calabrese. Il pm afferma che in questo momento rischia e che si trova sotto tiro da quando ha iniziato ad indagare sui finanziamenti pubblici europei. "Da allora - afferma - è scattata la strategia delle manine massoniche". De Magistris afferma anche il procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone è uno dei "principali responsabili" del suo isolamento istituzionale "oltre che uno degli autori del contrasto nei miei confronti all'interno dell'ufficio giudiziario".

De Magistris, dopo l'avocazione disposta ieri, ritiene che il rischio sia di tornare ad "un ordinamento giudiziario gerarchizzato proprio dell'epoca fascista", e che il segnale che è stato lanciato è quello che la magistratura non può più indagare in alcune direzioni. Il pm, infine, ha anche sostenuto che l'inchiesta Why not era ormai in dirittura d'arrivo e che entro dicembre avrebbe chiuso la parte principale.

AVOCATA INCHIESTA WHY NOT
Il pm di Catanzaro Luigi De Magistris dovrà lasciare l'inchiesta Why Not sul presunto utilizzo illecito di finanziamenti pubblici. La Procura generale, infatti, ha deciso di avocare l'inchiesta per incompatibilità del magistrato. "Una motivazione inconsistente" è stata l'immediata replica del pm che ha anche parlato di un fatto di "inaudita gravità". Al centro di tutto, secondo quanto si è appreso, la richiesta di trasferimento cautelare d'ufficio avanzata al Csm dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e la successiva iscrizione dello stesso ministro nel registro degli indagati proprio per l'inchiesta Why Not che riguarda un presunto comitato d'affari con sede a San Marino che avrebbe gestito in maniera illecita i finanziamenti comunitari e statali giunti in Calabria. Iscrizione, ha specificato oggi una fonte autorevole del palazzo di giustizia, nella quale, comunque, non viene ipotizzata la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Secondo il procuratore generale facente funzioni Dolcino Favi, un passato da pm nei processi d'appello per le stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio, l'incompatibilità di De Magistris è legata alla richiesta di trasferimento cautelare d'ufficio che è stata fatta nei suoi confronti dal ministro Mastella. Di fatto, è la tesi della procura generale, nel momento in cui il Guardasigilli ha chiesto il trasferimento di De Magistris, quest'ultimo avrebbe dovuto astenersi dal proseguire l'indagine.
Il fatto che ciò non sia avvenuto e che il ministro sia poi finito nel registro degli indagati, sarebbe la tesi della Procura generale, ha fatto scattare l'incompatibilità prevista dall'art. 372 del codice di procedura penale che porta all'avocazione. La valutazione del caso è stata fatta dal procuratore generale dopo che si è appreso che il ministro della Giustizia é stato iscritto nel registro degli indagati. Registro nel quale sono riportati anche i nomi, tra gli altri, del presidente del Consiglio, Romano Prodi, di esponenti politici del centrodestra e del centrosinistra e di imprenditori. La prima reazione di De Magistris alla notizia dell'avocazione è stata di sorpresa, visto che "non ho ricevuto alcuna notifica". Ma poi, col passare dei minuti sono subentrati anche altri sentimenti. "Ancora una volta vengono rese pubbliche a mezzo stampa notizie riservate che riguardano il mio ufficio, le mie indagini, e la mia persona". Il pm si è spinto oltre: se è vero quello che è stato scritto, è stato il suo commento, "ci avviamo al crollo dello stato di diritto, registrandosi anche, nel mio caso, la fine dell'indipendenza e dell'autonomia dei magistrati quale potere diffuso". De Magistris ha anche annunciato che intende esercitare tutti i diritti previsti contro il provvedimento e di attendere, "magari anche a mezzo stampa, di sapere se ci sono ancora le condizioni per fare questo lavoro in Calabria e nel Paese". Di certo non ha intenzione di mollare ed intende andare avanti nel suo lavoro. La notizia dell'inchiesta tolta a De Magistris, come era prevedibile, ha scatenato le reazioni dei comitati nati a sostegno del magistrato e della sua permanenza a Catanzaro, oltre che di alcuni parlamentari. Il deputato dello Sdi, Giacomo Mancini, ha parlato di "colpo di spugna". Ancora più duro il ministro Antonio Di Pietro: "Lo Stato di diritto finisce nel momento in cui si mina l'indipendenza e la terzietà della magistratura. E minare lo Stato di diritto potrebbe anche portare al capolinea il governo in carica".


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: De Magistris: la mia vita e' a rischio

Messaggiodi takion il 22 ott 2007, 12:48

Classico dell'Italia: connivenze, complicità ed altro che sempre è stato usato.

Però Mastella ha detto chiaramente che vuole che l'inchiesta prosegua...ma chi dovrà portarla avanti?
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
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