Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

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Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

Messaggiodi Aragorn il 01 lug 2007, 14:24

"Non ci sono rapiti di serie A e di serie B, sul rapimento di padre Bossi e' calato il silenzio specialmente da parte del governo, la Farnesina tace e io chiedo che dica cosa sta facendo per garantire che si tenta di tutto per la liberazione''. Così Roberto Formigoni - presidente della Regione Lombradia, terra d'origine di padre Giancarlo Bossi, il missionario rapito nelle Filippine il 10 giugno - he denunciato oggi la scarsa attenzione politica e mediatica riservata al missionario.

"Con altri rapiti l'attenzione del governo, forse perché ideologicamente alle loro posizioni politiche, ha fatto ben altro", ha detto il presidente lombardo. La dichiarazione di Formigoni giunge a sostegno di una campagna avviata dai missionari comboniani, per la "richiesta di interessamento da parte del Ministro degli Esteri Massimo D'Alema per la liberazione di don Giancarlo Bossi". Così scrive la redazione: "Quando è stato rapito Daniele Mastrogiacomo il paese è stato colto da una specie di infarto collettivo. Lo stesso valeva per la Sgrena e per altri. Non c'era titolo di giornale o apertura di TG che non fosse dedicata a quell'evento. Ogni comune italiano, anche il più piccolo e sperduto, si sentiva in dovere di fare la sua fiaccolata.

In confronto l'effetto del rapimento nelle Filippine di padre Giancarlo Bossi è un sussurro davanti al frastuono: non ha cittadinanza mediatica, non muove e non commuove le masse marcianti, gli manca il glamour da "evento". Non è una sorpresa. Persino l'uccisione di don Andrea Santoro in Turchia suscitò meno clamore del rapimento delle due Simone o di Giuliana Sgrena. Scandagliare il motivo di questa disparità di percezione non è facile. C'è di mezzo un pregiudizio anticristiano e uno antiamericano. Il primo fa sì che ciò che accade ai preti e in genere ai cristiani nel mondo non venga registrato dai sismografi mediatici. Come se un po' di martirio fosse dovuto quale prezzo di una evangelizzazione vista ancora come un sopruso. Il secondo garantisce notorietà , fama e rispetto a chi in qualche modo si fa testimone delle nefandezze americane nel mondo, o se ne dissocia anche solo con la sollecitudine verso le sue vittime. Tutto questo però non basta ancora a spiegare l'immenso divario di trattamento tra un prete e un giornalista o a capire perché lo stendardo con la gigantografia di Mastrogiacomo sventolava sul Campidoglio e per don Bossi manco una fototessera".

Da ieri è partita una campagna di mail, da inviare a Massimo D'Alema "Gentilissimo Ministro degli Esteri Massimo D'Alema sono qui a chiederle un suo maggior interessamento per la liberazione di Don Giancarlo. Tutta la comunità Cristiana prega incessantemente perchè questo avvenga ma noto un progressivo disinteresse da parte della stampa. La prego di farsi carico di questo mio appello e di tanti altri che seguiranno".


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Re: Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

Messaggiodi Raven il 02 lug 2007, 12:34

Un altro caso che mi aveva stupito fu quello di Enzo Baldoni, rapito e ucciso in Iraq nel 2004, con molto meno clamore della Sgrena, per dirne una a caso.
Sarebbe incomprensibile tutto ciò, se non sapessimo il gioco di schieramenti politici che c'è dietro l'informazione...
Sprechiamo giorni mesi e anni, e poi ci accorgiamo che mancano soltanto trenta secondi
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Re: Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

Messaggiodi nemesys_72 il 02 lug 2007, 20:14

mica fa mastrogiacomo di cognome e non lavora nemmeno per qualche giornale, quindi perchè parlarne o perchè lavorare per la sua liberazione??
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Re: Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

Messaggiodi Aragorn il 05 lug 2007, 20:55

«La Farnesina ha fatto poco. E comunque lo ha fatto in ritardo». Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accusa il ministero degli Esteri di non essersi dato abbastanza da fare per la liberazione di padre Giancarlo Bossi, rapito nelle Filippine il 10 giugno scorso. Almeno, non come per gli altri rapiti in Iraq o in Afghanistan.
«Non c'è stata la giusta mobilitazione delle altre volte ma un atteggiamento sbagliatissimo». Per questo il governatore lombardo il 4 luglio sarà a Roma per manifestare in difesa dei cristiani perseguitati nel mondo. «Manifesterò anche per dare una sveglia alla Farnesina. Le notizie positive avute inizialmente sono naufragate e non si ipotizza di poter sapere nulla nel prossimo futuro».
Già qualche settimana fa Formigoni, assieme ai famigliari di padre Bossi, aveva lanciato un appello per tenere alta l'attenzione sulla vicenda spronare a fare il possibile.
Intanto oggi una delegazione dell'unità di crisi comincerà a lavorare a Mindanao con le autorità locali filippine politiche ed ecclesiali. E non si perdono le speranze. Un generale dell'esercito filippino garantisce sulle buone condizioni di salute di padre Bossi. Il Pime, pontificio istituto per le missioni estere, interviene sulle polemiche dei giorni scorsi e sprona ad evitare le strumentalizzazioni politiche e a non vedere nella vicenda «un conflitto tra cristiani e musulmani, al momento ingiustificato. Il Pime - puntualizza il superiore generale dell'istituto, padre Gian Battista Zanchi - non vuole essere coinvolto in polemiche politiche e si spiace che la vita di una persona venga strumentalizzata. Le polemiche rischiano di essere controproducenti, rendendo ancora più difficile la liberazione».


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Ricerche Padre Bossi, uccisi in 14

Messaggiodi Aragorn il 11 lug 2007, 12:54

Scorre ancora il sangue intorno alla vicenda di Padre Bossi e del suo rapimento. Nelle Filippine scontri tra le forze di sicurezza e i separatisti musulmani quattordici soldati dell'esercito filippino impegnati nelle ricerche di padre Giancarlo Bossi sono stati uccisi, dieci di loro decapitati. La Farnesina: "Secondo quanto riferito dalle autorità di Manila, gli scontri di ieri nel sud delle Filippine sono attribuibili ad un normale pattugliamento, e pertanto in una zona non legata alle ricerche di padre Bossi".

Immagine

Gli scontri sono avvenuti nelle vicinanze di un villaggio vicino a Tipo - Tipo, nell'isola di Basilan, rifugio dei militanti del gruppo integralista islamico Abu Sayyaf, considerato legato a Al Qaida, e del Fronte Moro islamico di liberazione Milf, in lotta per l'autonomia del sud musulmano delle Filippine.

Padre Giancarlo Bossi è il sacerdote italiano rapito il 10 giugno scorso, sono stati uccisi e dieci di loro decapitati nell'isola di Basilan. Il colonnello Ramiro Alivio, comandante regionale dei marines filippini: "Possiamo confermare che 14 soldati sono stati uccisi e nove feriti".

Eid Kabalu, portavoce del Fronte Moro: "I soldati sono penetrati in una zona controllata dal Milf senza un coordinamento preventivo con il suo comando. Non erano presenti militanti di Abu Sayyaf e ha ribadito che il Milf non è implicato nel rapimento del sacerdote italiano".


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Re: Italiani di serie A e B. Padre Bossi rapito e nessuno fa nul

Messaggiodi Aragorn il 20 lug 2007, 13:05

Secondo un confratello di Bossi, padre Luciano Benedetti, i responsabili del sequestro sarebbero una banda di criminali locali e non un gruppo islamico di separatisti come era stato da più parti ipotizzato.

Il missionario italiano rapito a Zamboanga, sull'isola di Mindanao nelle Filippine, il 10 giugno scorso è stato liberato ieri sera.

Dopo che, all'inizio del mese, sono circolate delle fotografie del prete 57enne, ritenute prove valide per dimostrare la sua buona salute, negli ultimi giorni era calato il silenzio sulla vicenda.

“Confermo che è stato ostaggio di un gruppo di criminali locali, come noi immaginavamo da tempo", ha detto padre Benedetti - che si trova nella la stessa isola su cui il sacerdote è stato rapito - parlando all'agenzia stampa Misna . "Non sappiamo ancora se è stato liberato con un blitz e nemmeno se sia stato pagato un sequestro. Non abbiamo elementi sulla dinamica del rilascio", ha aggiunto Benedetti, che ha spiegato inoltre che la liberazione sarebbe avvenuta a pochi chilometri dalla parrocchia dove il sacerdote lavorava.

Al suo rientro in Italia, Padre Bossi dovrà essere ascoltato dai magistrati romani - secondo quanto riferito da fonti giudiziarie - che hanno aperto un fascicolo sulla vicenda ipotizzando contro ignoti il reato di sequestro di persona a scopo terroristico.

Nonostante l'apparente estraneità dei movimenti separatisti con il rapimento, nelle ricerce del sacerdote del Pontificio istituto missioni estere (Pime) esercito filippino si è ritrovato a combattere una delle più sanguinose battaglie degli ultimi mesi contro militanti del Fronte di liberazione islamico Moro e di Abu Sayyaf, che lottano contro il governo centrale di Manila.

Intanto secondo quanto ha reso noto il superiore generale del Pime, Gian Battista Zanchi, Padre Giancarlo Bossi è stato accompagnato a Zamboanga da uomini dei servizi segreti italiani per una prima visita di controllo sullo stato di salute. Poco prima il religioso ha parlato al telefono con l'ambasciatore italiano a Manila e con i suoi familiari assicurandoli di stare bene.

Una volta rientrato in Italia il religioso sarà sentito a Roma dal procuratore aggiunto Franco Ionta, che al momento del rapimento aveva aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo.


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