Tira aria di crisi per il governo?

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Tira aria di crisi per il governo?

Messaggiodi Aragorn il 06 lug 2007, 10:37

sta mattina in rassegna stampa 3 NO importanti al governo Prodi

I dubbi dei due vicepremier sull'intervista rilasciata del premier
I ministri riformisti sul piede di guerra
Per l'uscita sullo scalone critiche al Professore anche da radicali e socialisti. Malumore dell'Udeur

ROMA — Non è una dichiarazione, è una rasoiata a Prodi. «Non commento le dichiarazioni del premier. Ne discuteremo quando la proposta arriverà in Consiglio dei ministri». E c'è un motivo se Linda Lanzillotta evita di esporsi dinnanzi alle dichiarazioni del Professore, che al Tg3 annuncia di voler abolire lo scalone delle pensioni. Se la titolare degli Affari regionali rimanda alla riunione del governo, è perché ha annusato puzza di bruciato, come fosse in atto un gioco delle parti in cui il premier non ne fa una sola.
Qual è infatti il pensiero autentico di Prodi? Quello che si dipana nell'intervista televisiva, o quello che emerge dalla precisazione di Palazzo Chigi? Nel primo caso sarebbe l'area riformista, Lanzillotta compresa, a dar battaglia; nel secondo insorgerebbe la sinistra radicale. Una cosa è certa: il barometro per il Consiglio dei ministri di venerdì «preannuncia burrasca». Lo anticipa un autorevole rappresentante del governo e lo si capisce da come i due vicepremier si stanno disponendo alla riunione. Il modo in cui Francesco Rutelli ieri si è detto «sbalordito» per il fatto che «i giovani non protestano contro la possibilità di andare in pensione a 57 anni», è l'anticamera del ragionamento che svilupperà davanti a Prodi e che ha anticipato ai suoi: «Non si può sempre cedere a una parte della coalizione». Secondo il leader della Margherita non c'è solo un problema di merito, c'è anche un problema di metodo: «Il governo sta dando al Paese una brutta rappresentazione. Come se le decisioni venissero prese ad altri tavoli, e non a quelli istituzionali, che sono il Consiglio dei ministri e il Parlamento».
Per una volta i due vice saranno d'accordo. Bastava sentire ieri il dalemiano Nicola Latorre, che non a caso ripeteva il concetto espresso dalla Lanzillotta: «Vedremo cosa dirà il governo nella sua collegialità ». Traduzione: Massimo D'Alema si farà sentire. Sarà più o meno vero che il titolare della Farnesina pensa sempre di più a un futuro politico «all'estero, lontano dall'Italia», come ha confidato l'altro ieri a un collega dell'esecutivo. Di sicuro non accetta di essere smentito in modo così brutale, «perché Prodi l'ha smentito», commenta Lamberto Dini: «D'Alema aveva appena detto che non ci sono i soldi per togliere lo scalone. Altro che l'interesse nazionale, il premier ha in mente solo la sua sopravvivenza. Ma si illude, perché se pensa di consegnarci tutti alla sinistra antagonista, al Senato perderà un pezzo consistente della maggioranza. E sarà crisi».
Non c'è solo Dini sul piede di guerra. L'area riformista dell'Unione ribolle e stavolta non è disposta a cedere. Non lo sono per esempio i senatori Marco Follini e Antonio Polito, che attende «un chiarimento » dal Professore: «Se togliesse solo lo scalone vorrebbe dire che ha scelto, ma su quella strada non potremmo seguirlo». Come non lo seguirebbero i radicali di Marco Pannella, visto che Rita Bernardini parla del «suicidio di Prodi». E persino i socialisti di Enrico Boselli, con Angelo Piazza, si dicono «delusi dal premier».
Nemmeno l'Udeur vorrà accucciarsi. Clemente Mastella lo ha spiegato a Prodi: «Noi saremo leali fino alla fine, non saremo noi a farti cadere. Dopodiché... ». Dopodiché il Guardasigilli riterrà sciolto il patto, pronto ad una mossa a sorpresa: «Se andasse in crisi questo governo, il giorno dopo chiederemmo le elezioni anticipate ». Nell'esecutivo come nella maggioranza si avverte l'aria del redde rationem, come sostiene Mauro Fabris «se Prodi è uscito allo scoperto significa che vuole andare allo show down ». Con chi? Non certo con il Prc, che osserva preoccupato lo slalom del premier.
Ieri al conclave della maggioranza di Rifondazione circolava una battuta che vale più di un documento: «Per noi le pensioni sono come i Dico per i cattolici». Insomma, non è Fausto Bertinotti che il Professore intende sfidare, ma un altro. Il nome, sussurrato da molti, viene pronunciato da Dini: «Prodi sta attaccando Walter Veltroni». La cosa rende meno dolorosa questa fase a quanti nei Ds hanno subìto la discesa in campo del sindaco di Roma: «Certo, ora è un problema di Walter». «Walter» lo sa, e come lui lo sanno i pochi e fedeli consiglieri di cui si fida, e che hanno notato la malizia con cui Prodi ha sottolineato come «Veltroni fa politica da tempo». Il candidato a tutto nel centrosinistra non può né vuole restare nel cono d'ombra di questo governo ancora a lungo. La partita delle pensioni potrebbe venirgli in soccorso.

fonte corsera


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

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Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
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Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Tira aria di crisi per il governo?

Messaggiodi Aragorn il 06 lug 2007, 10:37

Anche i Comuni d'Italia iniziano a perdere la pazienza nei confronti del Governo e ne prendono le distanze. Il presidente dell'Anci Domenici: "L'Anci considera del tutto insoddisfacenti le proposte che il governo ha presentato nel Dpef anche con riferimento alle modalità applicative delle misure relative all'Ici. Giudichiamo inadeguata la proposta relativa all'utilizzo degli avanzi di amministrazione contenuta nel decreto legge numero 81 del 2 luglio 2007 e valutiamo non soddisfacente lo schema di disegno di legge in materia di federalismo fiscale".

Ici, è rottura tra Anci e Governo

Definire il sistema dei rapporti istituzionali fra il Governo e il sistema dei Comuni improntato alla reciproca e leale collaborazione. Questa la richiesta avanzata dall’ANCI e contenuta in un documento approvato al termine della riunione del Comitato Direttivo che si è tenuto oggi presso la sede dell’Associazione.

Un incontro straordinario con l’intero Consiglio dei Ministri per definire il sistema dei rapporti istituzionali e per risolvere le emergenze che investono i Comuni e le Città italiane. Lo hanno chiesto i Comuni nel corso della riunione del Comitato Direttivo che si è tenuto a Roma presso la sede dell’Associazione. In una conferenza stampa convocata al termine della riunione il Presidente dell’ANCI Leonardo Domenici ha illustrato alla stampa la posizione assunta dai Comuni e contenuta nei due documenti approvati dal Direttivo.

“Nel frattempo – ha spiegato il Presidente Leonardo Domenici nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a margine della riunione – abbiamo deciso la sospensione delle relazioni con il Governo e il ritiro delle nostre delegazioni dai tavoli di concertazione istituzionale aperti, la Conferenza Unificata e la Conferenza Stato-Città. L’obiettivo – ha continuato Domenici – è un incontro straordinario a cui possa partecipare l’intero Consiglio dei Ministri, per concordare un piano attraverso il quale risolvere le questioni e le emergenze che da anni investono i Comuni sul versante istituzionale, finanziario e su quello delle politiche attive in materia sociale, ambientale, per lo sviluppo e la sicurezza”.

Nel documento approvato, l’ANCI ribadisce la profonda insoddisfazione dei rapporti dei Comuni con il Governo su alcune questioni. “La nostra valutazione - ha chiarito Domenici – si riferisce a quanto è stato deciso nella riunione del Consiglio dei Ministri di giovedì 28 giugno sul decreto in materia finanziaria che contiene un articolo relativo alla possibilità di sblocco di avanzi di amministrazione dei Comuni”.

Altra questione riguarda invece le proposte presentate dal Governo in materia di DPEF con riferimento all’innalzamento delle detrazioni ICI per la prima casa. “E’ una questione per noi insoddisfacente – ha detto Domenici - non perché siamo contrari all’aumento delle detrazioni sulla prima casa, o perché siamo contrari ad un superamento dell’imposta comunale sugli immobili, ma perché appare poco chiara la proposta in merito al gettito sostitutivo, dal momento che questi sgravi sull’ICI verrebbero a costare quasi due miliardi di euro. Non difendiamo l’ICI che è un’imposta antipatica ai Comuni quanto ai cittadini – ha continuato Domenici - ma difendiamo le risorse che derivano dall’imposta e che servono per l’erogazione dei servizi ai cittadini, gli asili nido, l’assistenza agli anziani, l’illuminazione pubblica”. Secondo l’ANCI nel DPEf manca pure una adeguata valutazione della situazione critica in cui si trovano attualmente i Comuni, e mancano anche riferimenti alle potenzialità dei Comuni per la crescita e lo sviluppo del Paese.

Un’ultima valutazione critica avanzata dai Comuni e contenuta nel documento approvato dal Comitato Direttivo riguarda il disegno di legge delega sul federalismo fiscale “che è contraddittorio su molte questioni – ha chiarito Domenici - tra cui il finanziamento delle funzioni fondamentali, dove si intravede il rischio di una gerarchia istituzionale fra lo Stato, le Regioni e i Comuni”.

Nel corso della riunione del Comitato Direttivo si è parlato anche della riduzione dei costi della politica. La proposta dell’ANCI è quella di un patto fra le istituzioni. L’idea – si legge in un documento approvato - è di “condividere obiettivi comuni e di avviare successivamente tutti i necessari provvedimenti normativi nelle sedi opportune”. In particolare, i Comuni chiedono la riduzione del numero dei componenti delle assemblee elettive e degli organi esecutivi; il contenimento delle indennità e trattamenti economici di tutti gli organi istituzionali, compresi quelli dell’alta dirigenza; la forte riduzione del numero degli enti intermedi; e infine l’individuazione dei tetti percentuali delle spese di funzionamento istituzionali in relazione al bilancio dell’ente.

“L’obiettivo – ha concluso il Presidente dell’ANCI – è di assumere un’iniziativa rivolta alle più alte cariche dello Stato per offrire la disponibilità dell’Associazione a partecipare attivamente all’elaborazione di proposte sul tema dei costi della politica e delle istituzioni che si coordinino con quelle già avanzate dal Governo”.


fonte drsport


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Re: Tira aria di crisi per il governo?

Messaggiodi Aragorn il 06 lug 2007, 10:38

Pensioni, Dini annuncia il suo no
"Cadrà il governo? Affari di Prodi"

Maggioranza a rischio in Senato sulla riforma delle pensioni: dopo l'apertura di Prodi all'abolizione dello scalone, Lamberto Dini anticipa il suo no in Aula, spiegando che l'abolizione non prevede risparmi compensativi. ''Non è solo il mio voto - spiega Dini - che causa la crisi di governo, mi pare che ce ne siano molti altri come me''. Cadrà così il governo Prodi? ''Questi sono affari di Prodi. E' lui che deve fare le valutazioni, non io''.

Riguardo alla posizione del vicepremier Massimo D'Alema che aveva detto in un confronto con i sindacati che i soldi per lo scalone non ci sono, Dini commenta al Tg2: ''In ogni caso i soldi dovrebbero essere utilizzati diversamente. Mi pare che la dichiarazione del presidente del Consiglio smentisca il suo vicepresidente e presidente dei Ds. Mi pare che questa non sia una cosa da poco''.

Secondo il presidente della Commissione Esteri del Senato, a questo punto ''ci saranno discussioni nel Consiglio dei ministri, quando il presidente del Consiglio andra' a dire che lui trovera' i risparmi attraverso la riduzione dei telefonini e delle macchine blu''.

''Abbiamo suggerito - dice Dini all'inizio dell'intervista - di rivedere i coefficienti previsti dalla legge sulle pensioni, e di innalzare, in parallelo agli scalini, l'età pensionabile delle donne, ma questi sono sordi, non vogliono ascoltare... Se così è, io voto no a questo disegno di legge''.

fonte tgfin


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Re: Tira aria di crisi per il governo?

Messaggiodi Aragorn il 06 lug 2007, 14:42

Maggioranza divisa sullo scalone.
Bertinotti: «Ci sono rischi sulla
tenuta del governo: bisogna vederli»
NAPOLI
«Sarà il presidente del Consiglio Romano Prodi in prima persona a trarre le conclusioni del confronto sulle pensioni, presentando la proposta definitiva del Governo».

Parlando con i cronisti al termine dell’inaugurazione della mostra dedicata alle creazioni dello stilista Valentino all’Ara Pacis, Prodi spiega: «Sto finendo questo lungo processo di confronto, chiarimento e approfondimento e questa mattina al Consiglio dei ministri ho detto che ci stiamo avviando verso la conclusione. Quindi quando tutto sarà maturo - aggiunge il premier - presenterò le nostre proposte». Quanto ai tempi, per Prodi saranno «abbastanza veloci. Adesso devo andare in Israele, quindi ho una breve interruzione, ma si è molto avanti». A chi gli chiede se la proposta sarà pronta per il prossimo Consiglio dei ministri, tuttavia, risponde: «Non lo so».

Marini: «Sulle pensioni mi aspetto l'accordo»
Su scelte come quella delle pensioni occorre l’unità di tutto il Paese. Lo ha detto il presidente del Senato Franco Marini a Napoli. «Per scelte come quelle sulle pensioni, ci vorrebbe una grande unità nazionale - ha detto a margine del suo intervento alla Carle, la Conferenza dei consigli regionali del Mediterraneo - quando ci sono interessi del Paese, centrali, lì bisogna fare uno sforzo di unità». Il presidente sottolinea che il Paese vive un «momento delicato», ha bisogno di una «capacità di decisione a livelli istituzionali che superi anche la normale dialettica tra i due schieramenti». Rispetto alla trattativa delle pensioni, «punto di maggiore delicatezza», Marini si aspetta l’accordo. «Il mio auspicio è che si arrivi ad un accordo», dice in prima battuta rispondendo a una domanda sulla necessità di un esecutivo solido per rilanciare il ruolo dell’Italia e lo sviluppo del Paese. «Il Paese - aggiunge - ha bisogno di essere governato, di andare avanti, di fare le sue scelte, e questo delle pensioni è un problema che divide molto». «Quindi mi aspetto l’accordo», conclude.

Bertinotti: «Governo, i rischi ci sono»"
La legislatura è a rischio, fa male chi lo nega. È l’opinione del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che interpellato dai cronisti a Montecitorio sulla tenuta del governo ha osservato: «I rischi uno fa male a non vederli, da osservatore esterno, quale sono, si vedono anche i rischi». Ai cronisti che, a margine dell’incontro col presidente della Anti-Defamation League, Abraham Foxman, gli chiedevano se la legislatura fosse a rischio, Bertinotti ha risposto: «Speriamo di no, speriamo». Poi però ha aggiunto: «L’interesse che io vedo è la continuità dell’azione del governo» ma «i rischi uno fa male a non vederli. Da osservatore esterno si vedono anche i rischi». «Confido nel Parlamento». Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, risponde così a chi gli domanda se ormai bisogna rassegnarsi al referendum per cambiare la legge elettorale. «Il Parlamento è il luogo giusto per varare la riforma elettorale che deve essere realizzata con un larghissimo consenso», ha aggiunto.

lastampa


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Re: Tira aria di crisi per il governo?

Messaggiodi Ciry il 08 lug 2007, 00:10

Da quando è nato che questo governo traballa, solo che per tenersi il potere cercano compromessi e accordi che vanno tra il ridicolo e lo scandaloso, personalmente non vedo l'ora che cada una volta x tutte, così oltre a farci del male ci rendiamo pure ridicoli rispetto agli altri paesi (anche se ormai abbiamo poca dignità politica da difendere), solo che non credo che il governo che ne prenderebbe il posto sia migliore, in quando è proprio il sistema politico a fare schifo... :?
CIAO Dany... :cry:
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