di nemesys_72 il 05 mag 2006, 20:25
ROMA (Reuters) - Due militari italiani sono morti oggi dopo essere rimasti gravemente feriti in un attentato avvenuto vicino a Kabul. Lo conferma lo Stato Maggiore della Difesa in una nota.
"I due militari italiani che avevano riportato le ferite più gravi sono deceduti", si legge nella nota, che conferma quanto dichiarato in precedenza dal portavoce della Nato, il maggiore Luke Knittig.
I soldati morti in seguito all'attacco - verificatosi a una settimana da quello di Nassiriya costato la vita ad altri tre militari italiani e a uno romeno - sono il tenente Manuel Fiorito, del 2° Reggimento alpini di Cuneo, e il maresciallo ordinario Luca Polsinelli, del 9° Reggimento alpini dell'Aquila.
Fiorito, di Verona, aveva 27 anni. Polsinelli, 28 anni, era nato a Orbetello (Grosseto) e risiedeva a Sora, in provincia di Frosinone.
L'attentato si è verificato a pochi chilometri dalla capitale in direzione sud-est, nella zona di Musay Valley di responsabilità italiana e dove gli alpini operano da tempo senza aver mai registrato particolari problemi, come ha spiegato un portavoce italiano da Kabul.
I feriti, che facevano parte di una pattuglia costituita da 12 uomini a bordo di due veicoli blindati Puma 6x6 VBL, sono stati recuperati da mezzi tedeschi e trasportati all'ospedale militare tedesco.
Sembra che l'ordigno fosse piazzato sul ciglio della strada e sia stato fatto brillare al passaggio della pattuglia alle 16.20 locali, le 13.50 italiane. Gli alpini coinvolti si trovavano tutti sul primo mezzo.
Gli altri quattro militari rimasti feriti, tutti in modo lieve, appartengono al 2° Reggimento alpini di Cuneo: sono i caporali maggiori scelti Giarracca, Clementini, Rivano e il primo caporale maggiore Mastromauro.
La Procura della Repubblica di Roma ha aperto sull'attentato un fascicolo con le ipotesi di reato di strage e terrorismo.
IL MONDO POLITICO CONDANNA L'ATTENTATO
Manifestazioni di condanna dell'attacco e di solidarietà alle famiglie delle vittime e ai militari sono arrivate da tutto il mondo politico.
Il candidato premier del centrosinistra Romano Prodi in una nota ha espresso il proprio dolore per il "tragico lutto che provoca sgomento e sofferenza in noi tutti".
"In questo momento così doloroso sono vicino ai familiari dei nostri militari che hanno generosamente servito il Paese nella missione in Afghanistan. Mi stringo forte a loro, nella certezza di interpretare il sentimento di tutti gli italiani", prosegue Prodi.
Il premier uscente Silvio Berlusconi, a Napoli, ha commentato che "difendere la democrazia costa dei prezzi altissimi".
"Ancora una volta i nostri militari pagano l'altissimo prezzo della vita per il loro generoso impegno a favore della stabilità e della democrazia", ha commentato in una nota il ministro della Difesa Antonio Martino, che ha fatto sapere di avere cancellato un viaggio a Nassiriya, programmato per questa notte, "a causa del vile attentato di Kabul".
Il vicepremier e ministro degli Esteri Gianfranco Fini ha espresso il proprio cordoglio alle famiglie e "la sua ammirazione per lo spirito di sacrificio e per i valori di dedizione e generosità" dimostrati dai militari italiani, si legge in una nota.
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha invitato le istituzioni a stringersi "solidali ai familiari delle vittime", e ha fatto appello alla politica perché "raccolga tutte le domande di pace e di convivenza... Non vogliamo rassegnarci alla morte".
Solidarietà è arrivata all'esercito anche dal Senato attraverso il presidente Franco Marini, che in un messaggio ha chiesto al ministro della Difesa di "far giungere ai familiari dei valorosi alpini scomparsi il nostro profondo cordoglio, con ogni augurio affettuoso di miglioramento ai feriti".
INTELLIGENCE AVEVA SEGNALATO AUMENTO RISCHI
L'intelligence aveva segnalato da tempo un aumento dei rischi in Afghanistan per i nostri militari, che si dividono tra Kabul, dove sono circa 950, ed Herat, nella parte occidentale del Paese, dove l'Italia ha la guida di un Provincial reconstruction team (Prt), un organismo di cooperazione civile-militare, ed è impegnata con 400 uomini.
Lo scorso 8 aprile un attentatore suicida si era fatto saltare in aria con un'autobomba davanti al Prt di Herat. L'attentato aveva provocato la morte di due afghani e il ferimento di otto persone fra cui un architetto italiano.
Proprio ieri l'Italia ha ceduto il comando di Isaf in Afghanistan alla Gran Bretagna, dopo nove mesi nel corso dei quali il generale Mauro Del Vecchio ha guidato i 9.000 uomini della più importante missione di peacekeeping della Nato.
Mors Omnia Aequat